5 grandi match che non avremmo visto con il super tie-break

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Da quest’anno in tutti gli Slam si disputerà il super tie-break al quinto set. Addio alle infinite maratone del tennis: ecco 5 match epici da ricordare

Il fascino del tennis risiede anche nella sacralità delle sue tradizioni, e quando una di queste viene meno si alzano inevitabilmente delle voci contrarie. Fu così ai tempi dell’introduzione del tie-break alla fine di ogni set, ed è così anche oggi, nel momento in cui i quattro Slam annunciano di adottare il super tie-break nel quinto set.

Prima di tutto, chiariamo che cos’è il super tie-break: non è altro che un normale tie-break, che invece di finire alla conquista del settimo punto da parte di uno dei due contendenti, termina al meglio dei 10 punti.

Super tie-break in tutti gli Slam, una nuova regola per il tennis

Il primo torneo dello Slam ad adottare la regola del super tie-break al quinto set è stato l’Australian Open, mentre nel frattempo, fino ad oggi, ogni Slam faceva un po’ di testa sua.

Il torneo di Wimbledon, dove negli anni sono fioccate le maratone ad oltranza verso punteggi improponibili nel quinto set, aveva già introdotto il super tie-break da giocare, però, una volta raggiunto il punteggio di 12 game pari (come nella finale del 2019 vinta da Novak Djokovic su Roger Federer).

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Gli US Open, invece, hanno tradizionalmente osservato la regola del normale tie-break al meglio dei sette punti anche nel quinto set, mentre il Roland Garros prevedeva ancora il necessario distanziamento di due giochi nel conteggio dei game nel set decisivo, senza alcuna scorciatoia.

E proprio a Parigi, dal mese prossimo, prenderà il via invece la nuova regola, ora valida per tutti e quattro gli Slam, del super tie-break al meglio dei 10 punti nel quinto set.

Ringrazieranno le ginocchia dei tennisti, così come anche gli organizzatori dei tornei e gli autori dei palinsesti televisivi, e forse anche lo spettacolo trarrà beneficio dalla disputa di un gioco decisivo da “dentro o fuori”.

Ma di certo non ci dimenticheremo facilmente di alcuni incontri epici del passato, cui proprio la lunghezza infinita del quinto set regalava un pathos unico e ineguagliabile a livello di fascino ed emozioni.

Per questo, abbiamo scelto per voi 5 incontri di tennis epici che non avremmo mai visto con la regola del super tie-break.

Borg b. McEnroe 1-6, 7-5, 6-3, 6-7, 8-6 – Wimbledon 1980, finale

Il fascino dei cinque set non ha età, e ci sono alcuni match nella storia del tennis che hanno contribuito ad alimentare la leggenda di questo sport. È esattamente quello che avvenne nella finale di Wimbledon del 1980, quando lo svedese Bjorn Borg conquistò il suo quinto ed ultimo Wimbledon, prima del suo clamoroso ritiro, sconfiggendo 8-6 al quinto set lo statunitense John McEnroe, che aveva già annullato dei match-point nell’emozionante tie-break del quarto set, terminato 18-16 in suo favore. Un match tra due icone del tennis dalla sceneggiatura praticamente perfetta, tant’è che ne hanno tratto anche un film, peraltro molto ben riuscito.

Safin b. Federer 5-7, 6-4, 5-7, 7-6, 9-7 – Australian Open 2005, semifinale

C’era un periodo in cui Roger Federer vinceva praticamente ovunque mettesse piede in campo. Le vittorie degli avversari che lo incontravano in quegli anni di inizio millennio hanno, quindi, un valore ancora più speciale, e la semifinale di Melbourne agli Australian Open del 2005 è una delle più memorabili. Il russo Marat Safin, talento assoluto ma incostante nei risultati, tirò fuori il meglio di sé per portare al quinto set lo svizzero e batterlo dopo un’estenuante maratona ricca di colpi vincenti, nell’unico Slam fuori Parigi perso da Federer tra il 2004 e il 2007.

Nadal b. Djokovic 6-4 3-6 6-1 6-7 9-7 – Roland Garros 2013, semifinale

Anche il Roland Garros vanta degli indimenticabili match decisi ad oltranza nel quinto set. Il più emozionante di tutti è probabilmente l’eccezionale semifinale del 2013. Sul terreno preferito di Rafael Nadal, Novak Djokovic prova ad imporsi dopo essere arrivato in finale l’anno precedente, sconfitto proprio dallo spagnolo. Ne viene fuori una partita eccezionale, senza esclusione di colpi e con continui ribaltamenti nel risultato. Alla fine a prevalere è ancora Rafa, in un quinto set in cui sembrava spacciato, dopo quasi cinque ore di battaglia. Nole, dal canto suo, collezionerà altre due sconfitte in finale nelle edizioni immediatamente successive, prima di imporsi per la prima volta a Parigi nel 2016.

Nadal b. Federer 6-4 6-4 6-7 6-7 9-7 – Wimbledon 2008, finale

Ancora Nadal che vince, ancora Federer sconfitto. Ma qui parliamo della madre di tutte le partite, quella che pose fine al dominio assoluto dello svizzero e consacrò lo spagnolo come campione universale, capace di vincere Slam su qualunque superficie e non solo sulla terra rossa di Parigi. Un match semplicemente stupendo, con l’avvio ruggente di Nadal, la stoica resistenza di Federer e un quinto set giocato colpo su colpo, fino al break decisivo alle luci del crepuscolo.

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Isner b. Mahut 6-4 3-6 6-7 7-6 70-68 – Wimbledon 2010, primo turno

Borg su McEnroe e Nadal su Federer sono probabilmente due tra gli incontri più belli e importanti della storia del tennis. Ma se oggi si è sentita l’esigenza di darci un taglio con la lunghezza del quinto set, probabilmente gran parte della colpa è di questi due ragazzi, John Isner e Nicolas Mahut, che nel 2010 se le diedero di santa ragione, prolungando la loro partita oltre ogni limite prima immaginabile. 11 ore e 5 minuti di gioco, spalmate su tre giorni per motivi di oscurità, una serie infinita di cambi di campo, più di cento ace messi a segno da entrambi e cinque squadre di raccattapalle che si sono date il cambio durante il match, prima che il punteggio finale fosse finalmente fissato su un clamoroso 70-68 per l’americano nel set decisivo.

Poesia pura, che da oggi sarà solo un ricordo.

Marco Sicolo – Bgame News