Il match di questa sera in Europa League è la sfida tra le due squadre in cui Diego ha rivelato il suo talento. La storia del trasferimento di Maradona dal Barcellona al Napoli
Oggi è il giorno di Barcellona–Napoli, turno di spareggio per entrare nel tabellone degli ottavi di Europa League 2022. Due città mediterranee, due squadre che rimandano inevitabilmente alla figura di Diego Armando Maradona.
Era il 1984, quando al presidente partenopeo, Corrado Ferlaino, venne la pazza idea di portare a Napoli il più forte giocatore del mondo, per ravvivare un ambiente che vivacchiava nei bassifondi della classifica e alimentare sogni di gloria in una piazza che di soddisfazioni ne aveva sempre avute poche.
Ma perché il Barcellona avrebbe dovuto privarsi del suo gioiello acquistato appena due anni prima? E perché Maradona avrebbe dovuto scegliere di giocare in una squadra con poche prospettive, che si era appena salvata dalla retrocessione per un solo punto?
Maradona, gli anni al Barça e il trasferimento al Napoli
Miracoli degli anni ’80 e del suo calcio passionale e genuino, e merito anche del nome che si era fatto il campionato italiano. Venivano tutti da noi, gli stranieri, perché la Serie A era ormai il campionato più bello del mondo e i grandi campioni si accontentavano di essere ingaggiati anche da squadre non di vertice.
Ma un peso sull’operazione-Maradona l’ha avuto anche lo scarso feeling tra Dieguito e il Barcellona, un amore mai del tutto fiorito.

Acquistato a peso d’oro dal Boca Juniors durante i campionati mondiali del 1982 disputati in Spagna, Maradona cominciò bene la sua avventura nella Liga spagnola, ma fu ben presto fermato dall’epatite, saltando buona parte del girone d’andata.
Al suo ritorno, le possibilità di vincere il campionato erano ormai svanite, ma il Barcellona riuscì comunque a togliersi delle soddisfazioni: la conquista della Coppa del Re e della Coppa di Lega e lo sfizio della vittoria nel Clásico di campionato a Madrid, con un’autentica perla del pibe de oro, il famoso gol in cui dribbla il portiere e con una finta manda a sbattere un avversario contro il palo.
Nella stagione successiva, la finale di Coppa del Re contro l’Athletic Bilbao è un crocevia decisivo nella carriera del Diez. Nel precedente incontro di campionato contro i baschi, Maradona aveva subito un grave infortunio a causa dello sconsiderato intervento di un avversario. La finale diventa, quindi, l’occasione per l’argentino di sfogare le proprie frustrazioni.
Al fischio finale, si scatena una rissa vergognosa, in cui Maradona le dà e le prende di santa ragione. Al di là della squalifica di tre mesi per tutti i calciatori coinvolti, è in quel momento che forse l’aria spagnola si fa definitivamente amara per lui.
Maradona al Napoli dal Barcellona nel 1984
Arriva, quindi, l’estate dell’84, quando i dirigenti del Napoli si presentano dal presidente Nunez per intavolare la più inaspettata delle trattative. Si parla di cifre mirabolanti, così importanti che a Barcellona esigono rigorose garanzie finanziarie. Ma la disponibilità a privarsi del campione, come detto, ormai c’è.
Inizia così un tira e molla infinito, con i partenopei alla frenetica ricerca di banche e fideiussioni e gli spagnoli che non cedono di un centesimo sul prezzo.
Maradona, intanto, spinge per andar via e a Napoli si sparge la voce, la gente comincia a credere che davvero arriverà il grande campione e che si avvicina il giorno del riscatto sportivo contro le grandi del nord.
L’affare, però, non si sblocca, pare arenarsi, si comincia a dire che è stato bello crederci. Il giorno di chiusura del calciomercato si avvicina e i titoli dei giornali dicono che no, Maradona non arriva più. E invece.
Invece le garanzie arrivano, gli spagnoli si convincono, Maradona firma, il contratto viene depositato in Lega.
Diego Armando Maradona, il più forte calciatore del mondo, è del Napoli. E Napoli gli sarà riconoscente in eterno.
Barcellona-Napoli nel segno di Maradona, dove vederla e orario TV
Il resto è storia, dalla presentazione allo stadio San Paolo davanti a 60.000 spettatori in delirio, alle prime magie in Serie A, fino alla conquista dello scudetto, il primo al Sud dai tempi del Cagliari di Gigi Riva.

E poi, le rivalità con Platini e con gli olandesi del Milan, il riscaldamento al ritmo di musica e i trionfi in Europa.
La leggenda di Maradona, una figura sacra per Napoli e un idolo per tutti gli appassionati di questo sport, arriva fino ai giorni nostri. La sfida del Camp Nou di questa sera sarà anche la sua partita.
Barcellona-Napoli, calcio d’inizio alle 18:45, diretta su Dazn e Sky Sport Uno.
Marco Sicolo – Bgame News