L’ex dirigente della Juve pubblica una serie di tweet che annunciano ulteriori rivelazioni, l’ex presidente interista si dichiara ancora vittima del sistema. Calciopoli, il duello tra Moggi e Moratti
A distanza di anni, l’eco di Calciopoli non si è ancora sopita, anzi. I protagonisti di quella vicenda sembrano ancora nel pieno delle polemiche che caratterizzarono una delle pagine più desolanti del calcio nostrano.
I fatti li conoscono un po’ tutti: in estrema sintesi, a inizio millennio c’erano delle società – tante – che facevano pressione sugli arbitri per ottenere risultati sportivi favorevoli. Poi, c’era chi faceva di più e chi faceva di meno, chi è stato punito e chi no, ma il succo è che ad uscirne con le ossa rotte fu tutto il calcio italiano.
Luciano Moggi, ex dirigente della Juventus, è la figura che più di tutte ha incarnato, e subìto, quello scandalo, ma non è che attorno a lui ci fosse un corteo di verginelle: il sistema calcistico italiano era bacato nella cultura, prima ancora che nei fatti.
A leggere le varie intercettazioni, anche solo poche righe, viene da pensare che tutti o quasi avrebbero meritato la radiazione, come dirigenti, e la cancellazione del titolo sportivo, come società: ma così sarebbe finito il calcio, come affare e come intrattenimento per i tifosi italiani.
La verità è che non c’è una sola ragione al mondo per cui dei dirigenti debbano prendere contatti con gli arbitri e far loro pressione per ottenere attenzione. E chi più chi meno, è ciò che han fatto tutti i protagonisti di quella vicenda.
Calciopoli, Moratti si dichiara ancora vittima del sistema
In un’intervista al Corriere della Sera di pochi giorni fa, l’ex Presidente dell’Inter di quegli anni, Massimo Moratti – che da tutta quella storia ricavò uno scudetto a tavolino e la strada spianata verso altri successi, considerate le penalizzazioni inflitte agli avversari – ha ribadito il concetto: “La serie A era manipolata; e noi eravamo le vittime. Doveva vincere la Juve; e se proprio non vinceva la Juve toccava al Milan”.
Lo stesso Moratti è cristallino nel dipingere la situazione dell’epoca: “Una volta chiesi a Facchetti (figura di vertice della società, scomparso nel 2006): Giacinto, possibile che non si trovi un arbitro, uno solo, disposto a dare una mano a noi, anziché a loro?”. A prescindere dalla risposta, è già la domanda a rivelare come funzionava il sistema e quale ne era la mentalità alla base.
I tweet di Moggi sul ruolo di Facchetti all’epoca di Calciopoli
Con dubbio gusto (anzi pessimo), ma con oggettivo tempismo, Luciano Moggi ha dato la sua risposta via Twitter, ricordando una sentenza che evidenziava come anche all’Inter non si disdegnasse intrecciare rapporti con gli arbitri.
Caro Moratti, ad Halloween tanti potrebbero tornare a parlare attraverso le intercettazioni. ‘Giacinto Facchetti faceva lobbing con gli arbitri’…. Sentenza 2166/18 cda Milano. #calciopoli #cofanetto #christamasbox #moratti #inter pic.twitter.com/VbMq9SaGJl
— Luciano Moggi (@LucianoMoggi) October 30, 2022
Il tweet di Moggi, in realtà, è il primo di una serie di messaggi in cui l’ex dirigente della Juve sembra intenzionato a fornire nuove rivelazioni, un po’ la “sua” verità, su Calciopoli, come annuncia un criptico post dello scorso 24 ottobre.
Chi crede che calciopoli sia esistita, sospenda il giudizio, si procuri il calendario dell’avvento. A Natale farò un regalo a tutti. #cofanetto #radiobianconera #christmasbox #calciopoli pic.twitter.com/2lDNyQMCYW
— Luciano Moggi (@LucianoMoggi) October 24, 2022
Tutto questo, tra l’altro, proprio nella settimana che ci porterà a un nuovo Juventus-Inter di campionato.
Insomma, tra vittime, verginelle, radiati e prescritti, a sedici anni di distanza, Calciopoli è tutt’altro che finita. Ma la sostanza delle cose difficilmente cambierà: in quella vicenda hanno perso tutti, ha perso il calcio italiano.
Marco Sicolo – Bgame News