Cent’anni di Liedholm

Liedholm

Ritratto del grande allenatore di Milan e Roma, e prima ancora magistrale centrocampista dei rossoneri e della nazionale svedese, a cent’anni dalla nascita

Nils Liedholm è uno di quei personaggi che entrano di diritto nella storia del nostro calcio, monumentale in campo negli anni ’50 e leggendario in panchina, con due scudetti conquistati a Milano e Roma. 

Personaggio anche fuori dal campo, con la sua classe e la pacata ironia che gli è valsa il soprannome di Barone, la sua figura ha travalicato i confini del risultato sportivo ed è entrata nell’immaginario collettivo del mondo del calcio: per dire, anche al cinema, è lui il punto di riferimento dell’allenatore italiano medio, che lo considera alla stregua di un santino, nel film culto “L’allenatore nel pallone”. 

Al di là di queste facezie, a cent’anni esatti dalla sua nascita, eccone un breve profilo. 

Nils Liedholm, i successi da giocatore nel Milan e in Nazionale

Liedholm si afferma in patria, nella sua Svezia, conducendo la sua Nazionale alla vittoria olimpica nel 1948, prima che la federazione chiuda le porte della Nazionale maggiore ai professionisti – una scelta discutibile, proprio in un periodo particolarmente ricco di fuoriclasse svedesi – impedendogli quindi di indossarne la maglia per quasi dieci anni. 

A trentasei anni fa in tempo, però, una volta venuto meno il veto, a disputare i Mondiali di casa del 1958, in cui guida la Svezia in finale, segnando anche il gol del momentaneo 1-0, prima che un diciassettenne Pelé trascini il Brasile alla vittoria finale per 5-2. 

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Nel frattempo, Liedholm era approdato nella nostra Serie A. Acquistato dal Milan, assieme agli altri svedesi Gren e Nordahl darà vita a un trio – il famoso Gre-No-Li – che entrerà nella leggenda del nostro calcio e regalerà ai rossoneri ben quattro scudetti e una finale nella neonata Coppa dei Campioni, persa ai supplementari contro il Real Madrid di Gento.

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Una volta uscito dal mondo del calcio, Liedholm rimase in Italia e si godette con la sua famiglia le sue pregiate cantine nel Monferrato, fino alla morte, avvenuta nel 2007. 

Magistrale in campo e grande innovatore in panchina – fu uno dei principali artefici del modulo a zona –, per descriverne la grandezza basterebbe citare il famoso episodio, ormai entrato nel mito, in cui il pubblico di San Siro si abbandonò ad un applauso spontaneo il giorno in cui, ancora calciatore al comando del centrocampo del Milan, sbagliò la misura di un passaggio: una rarità, una cosa che non si vedeva da anni. 

Marco Sicolo – Bgame News