Dopo il commissariamento del club per le sanzioni ad Abramovich, il Chelsea ha tirato fuori l’orgoglio sul campo, ma il futuro del club è ancora incerto. Tra i possibili acquirenti anche Lewis Hamilton.
Campione del mondo in carica, Campione d’Europa in carica, detentore della Supercoppa UEFA: così si legge sulla pagina di Wikipedia alla voce Chelsea Football Club.
Eppure, il club inglese è nell’occhio del ciclone da ormai più di un mese, da quando il governo inglese lo ha commissariato, come conseguenza delle sanzioni inflitte all’oligarca russo Roman Abramovich.
I successi del Chelsea di Abramovich
Quando l’ambizioso magnate rilevò il Chelsea, nel 2003, il club era già ritornato agli antichi fasti, quelli che tra gli anni ’50 e ’60 regalarono ai tifosi i primi, sporadici successi in campo nazionale e internazionale.
Sotto la guida di Ruud Gullit prima, e di Gianluca Vialli poi, e con un fuoriclasse come Gianfranco Zola a guidare l’attacco, il Chelsea si era elevato a realtà di livello europeo a fine millennio scorso.
Ma fu con l’avvento dell’era Abramovich che piovvero su Londra quattrini e trofei: primi posti a ripetizione in Premier League e un ruolo costante di primo piano in Champions League, fino alla conquista dell’agognata coppa nel 2012 (con l’italiano Roberto Di Matteo felice meteora in panchina), bissata lo scorso anno dai ragazzi di Thomas Tuchel.
E soprattutto uno status da grande europea conquistato anche per via dei grandi nomi passati sul prato di Stamford Bridge negli ultimi venti anni: da Crespo a Drogba, da Shevchenko a Eden Hazard, fino a Kanté, Jorginho e Lukaku, che rappresentano l’ossatura dell’attuale formazione tipo.
Il Chelsea nella bufera dopo le sanzioni ad Abramovich
L’onda lunga dei successi dei blues è arrivata fino al febbraio di quest’anno, quando il Chelsea si è laureato per la prima volta campione del mondo, battendo i brasiliani del Palmeiras nel finale dei tempi supplementari.
Poi, il buio; anzi, la guerra. Avvertendo l’aria sempre più amara proveniente dall’est Europa, il patron Abramovich aveva provato ad anticipare i tempi, delegando la gestione della società e cercando di procedere in prima persona alla cessione del club.
Niente da fare. La situazione in Russia, come ben sappiamo, è precipitata, e non sono tardate ad arrivare le sanzioni da parte del governo britannico ai danni degli oligarchi russi che hanno offerto il proprio appoggio a Putin.
Chelsea commissariato, dunque, con effetto immediato a partire da marzo, e cessione del club che diventa un affare di Stato, senza che Abramovich possa avere più alcuna voce in capitolo.
Ma non è tutto. Dall’oggi al domani, il club, all’epoca ancora in corsa per la Champions League di quest’anno, si è ritrovato a non avere più nessuna certezza.
Si è parlato di smobilitazione, di esodo in massa dei migliori giocatori, di impossibilità per il club di fare mercato.
A un certo punto era completamente vietata anche la vendita dei biglietti per lo stadio.
Adesso le cose sono un po’ migliorate, le nubi cominciano a diradarsi, ma di certezze ce ne sono ancora poche. La squadra, però, di risultati ne ottiene ancora tanti, e questo va solo a merito dei giocatori e dell’allenatore, anche se qualche nervo si dimostra ancora scoperto.
Gli ottimi risultati sul campo in un periodo difficile
I biglietti per lo stadio non possono effettivamente ancora essere venduti, così come il merchandising ufficiale del club, e a Stamford Bridge ci può entrare solo chi è abbonato.
I tifosi, però, possono seguire la squadra in trasferta (il ricavato finisce in beneficienza, per disposizione della Lega), e la cosa ha dato i suoi risultati. Impegnati nello stadio di Wembley (tecnicamente un campo neutro, anche se sempre a Londra), i giocatori del Chelsea hanno avuto la meglio del Crystal Palace in semifinale di FA Cup, e ora affronteranno il Liverpool in una finale di prestigio, il 14 maggio.
Assieme all’attuale terzo posto in campionato e all’onorevole – anzi, da applausi – eliminazione in Champions League per mano del Real Madrid, con rimonta sfiorata, questi risultati dimostrano la serietà, l’attaccamento e la capacità di far gruppo dei giocatori, che stanno tirando fuori il meglio nelle difficoltà.
E pazienza se, dopo l’ultima sconfitta in campionato contro i rivali dell’Arsenal, il capitano Azpilicueta non ha mandato giù le critiche provenienti dagli spalti, tradendo un po’ di comprensibile tensione e ingaggiando un evitabile duello verbale con un tifoso. Ma il senso, probabilmente, era quello di rivendicare un impegno che in pochi altri ci avrebbero messo, anche se si è persa una partita.
Intanto, le cose potrebbero mettersi presto al meglio anche a livello societario.
Le cordate per rilevare il Chelsea: c’è anche Lewis Hamilton
La recente crisi e le conseguenti incertezze hanno fatto scappar via persino gli sponsor, e se i loghi di “3” (società di telecomunicazioni) e della Hyundai non sono scomparsi dalle maglie del club lo si deve solo al fatto che la Nike, sponsor tecnico, è impossibilitata a fornire nuovo equipaggiamento, per le stesse misure restrittive già dette.
Non mancano, però, gli aspiranti acquirenti, ed è questa la vera notizia, il soffio di vento decisivo che dovrebbe spazzar via le nubi dal cielo di Londra.
Sono scaduti i termini per presentare le offerte di acquisto, e pare siano arrivate tre proposte serie, da altrettante cordate con a capo magnati americani e britannici. In una di queste, addirittura, pare ci sia lo zampino di due idoli sportivi come Lewis Hamilton e Serena Williams, con una partecipazione personale pari a circa 10 milioni di euro ciascuno. Una goccia nel mare della cifra complessiva necessaria per aggiudicarsi il club.
Quanto? Appena 3 miliardi di euro, o poco più. Buona fortuna, povero, ricco Chelsea.
Marco Sicolo – Bgame News