Tutti conoscono la moto campione della MotoGP con il nome Desmosedici: ma perché si chiama così? Ecco perché la Ducati è una moto unica
Il trionfo di Francesco Bagnaia in sella alla sua Ducati Desmosedici nel mondiale MotoGP ha riportato in Italia il titolo piloti, tredici anni dopo l’ultima vittoria di Valentino Rossi e quindici anni dopo l’ultima (nonché prima) affermazione di un pilota Ducati (allora toccò all’australiano Casey Stoner).
La casa di Borgo Panigale, dal canto suo, incassa la terza corona iridata consecutiva e quarta in totale, confermando il suo predominio nella classe regina.
Ma cosa rende la Ducati così speciale rispetto alle altre scuderie motociclistiche? La risposta è nascosta proprio nel nome della moto bolognese: la Desmosedici, infatti, è caratterizzata da una tecnologia unica nel suo genere, che vanta una storia lunga oltre settant’anni.
Ducati Desmosedici, perché si chiama così
Desmosedici è una parola che fa riferimento al particolare sistema di alimentazione del motore utilizzato dalla Ducati. Il prefisso “desmo” si rifà alla distribuzione desmodromica, che, nell’immissione di carburante nel motore, ha la peculiarità di prevedere un particolare sistema di controllo meccanico della valvola di chiusura, al posto delle consuete molle o dei dispositivi pneumatici.
La parola desmodromica significa proprio questo, dal greco “desmos”, cioè “vincolo”, e “dromos”, cioè “corsa”.
Si tratta di un meccanismo per la cui realizzazione occorrono sistemi di produzione molto avanzati e costosi, nei quali la tolleranza di lavorazione è minima. Per questo motivo, quasi nessuna casa motociclistica lo adotta.
Nessuna, tranne la Ducati.
Embed from Getty ImagesDesmosedici, il mito Ducati trionfa in MotoGP
La distribuzione desmodromica è il tratto peculiare che rende la Ducati una moto davvero unica.
Sviluppata a partire dagli anni ’40 e ’50, prendendo spunto dalle automobili Mercedes e – leggenda vuole – dalle macchine da cucire Remington, questa tecnologia è stata sempre un tratto distintivo della casa di Borgo Panigale, che su di essa ha costruito i successi in Superbike a partire dagli anni ’80.
Quando la MotoGP ha preso il posto della vecchia classe 500, all’inizio del nuovo millennio, introducendo i motori a quattro tempi al posto dei classici due tempi, la Ducati ha deciso di fare il suo ingresso nel motomondiale, con il caratteristico motore “Desmo” a sedici valvole – ecco perché “Desmosedici”.
Sin dall’inizio, la Ducati si è rivelata una moto “a parte” nel motomondiale, difficile da guidare ma capace di prestazioni enormi. Dopo i soddisfacenti inizi con Loris Capirossi, nel 2007 arriva già il primo titolo mondiale con Stoner. Oggi, con il trionfo di Francesco Bagnaia, la leggenda di questa mitica moto si rinnova e promette nuovi, grandi successi.
Marco Sicolo – Bgame News