Formula 1: la Ferrari si prepara al riscatto GP Arabia Saudita

A Maranello si preparano per affrontare il GP d’Arabia Saudita, in un clima di sfida e con la nuova ala a pilone singolo la Rossa italiana potrebbe ritrovare il giusto spirito per rilanciarsi.

Forse anche nei suoi peggiori incubi, il signor Frédéric Vasseur non avrebbe potuto immaginare un inizio di lavoro così burrascoso come team principal della Ferrari: la macchina è partita a tutta velocità ma è stato estremamente severo riguardo alle gomme; i problemi di affidabilità si sono ripresentati significativamente durante la prima uscita; una grande squadra della Red Bulls con molti sorpassi in gara da parte dell’Aston Martin. E ancora di più, l’improvviso emergere di una forza centrifuga travolgente sta spingendo a un’uscita precipitosa i tecnici più vicini a Binotto, dal responsabile dell’aerodinamica David Sanchez – rassegnato – alla possibilità che Cardile e Mekies possano scappare. Un fanatico tecnico ed emotivo che ha immediatamente messo all’angolo Vasseur, inoltre ha un rapporto teso con le deleghe e le risorse di abilità. La luna di miele è finita in fretta. D’ora in avanti, all’ingegnere francese è più chiaro che mai che essere al vertice della Ferrari comporta onori e soprattutto responsabilità impareggiabili per altri team.

In questa immagine si evince quanto frettolosamente, o almeno non del tutto considerato, il ritiro di Mattia Binotto dal vertice del GeS. Perché gli ultimi tasselli si sono persi durante un tardivo passaggio di consegne del progetto tecnico da parte della direzione del manager italo-svizzero, e hanno creato malumori – quando non era panico, anzi – tra i tecnici più vicini all’ex Team Principal. Così le uscite sono certe e possibili, proprio quando serve un atto di ingegno per far uscire l’SF-23 dalle sabbie mobili di Sakhir. Un’arguzia che è difficile rischiare quando non ti senti completamente protetto dall’alta dirigenza. E oggi chi ha lavorato con Binotto si sente non protetto da Vasseur o dal CEO Vigna.

Nel bel mezzo di una tale tempesta, Vasseur non si è tirato indietro dal progetto ingegneristico SF-23. A differenza di Toto Wolff, che dopo una sola gara ha sbaragliato la Mercedes W14 svelando a Imola la versione B della vettura anglo-tedesca, il capitano di Maranello è rimasto lo stesso. Perché secondo lui “una macchina veloce in qualifica non può non fare bene in gara”, e in fatto di prestazioni pure la Ferrari non ha nulla da invidiare alla Red Bull. La questione riguarda soprattutto regolazioni e settaggi, che vanno ottimizzati studiando attentamente i dati comparsi in Sakhir. Ciò era dovuto alla natura dell’asfalto e alle caratteristiche tecniche, che, a differenza di altri circuiti che dipendevano dall’asse posteriore, erano particolarmente punitive per gli indiani.

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Alessandro Rizzuto – Bgame News