I tennisti italiani e un Foro Italico da sfatare

I tennisti italiani al Foro Italico - Bgame News

L’ultimo italiano a trionfare agli Internazionali di Roma è stato Adriano Panatta nel 1976. Da allora non sono stati molti gli exploit dei tennisti azzurri

In principio fu Panatta, come è sempre stato per chi, per motivi anagrafici, non ha memoria tennistica che vada oltre l’Adriano nazionale.

In realtà gli albi d’oro dei tennisti italiani, risalendo a ritroso nel tempo, raccontano di tennisti in pantaloni bianchi e lunghi che si aggiudicarono gli Internazionali di Roma negli anni ’30 e di un signore, un certo Pietrangeli Nicola, che tuttora dovremmo considerare a buon diritto il miglior tennista italiano di tutti i tempi e che trionfò al Foro Italico per ben due volte tra gli anni ’50 e ’60, una di queste schiantando in finale l’australiano Rod Laver, uno che in carriera realizzò due volte il Grande Slam.

Ma per chi il tennis l’ha conosciuto con la TV a colori, oltre che con il campetto vicino casa, tutto comincia da quei fatidici anni ’70 e dalle imprese del suddetto Adriano, che oltre a vincere l’edizione del ’76 – ultimo italiano ad imporsi – raggiunse la finale anche due anni dopo, impegnando e non poco niente meno che Bjorn Borg.

E dopo?

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Da Panatta a Sonego, i tennisti italiani agli Internazionali di Roma

Dopo ci sono state generazioni di tennisti italiani di livello anche ottimo, ma mai eccelso, va detto onestamente. Ed è questo il motivo, tra l’altro, per cui l’attuale infornata di giovani azzurri di prospetto, Berrettini e Sinner in testa, ha destato tanto clamore tra quegli appassionati cresciuti a suon di exploit e di cocenti delusioni, firmate da tennisti come Camporese, Gaudenzi e Volandri.

Ed è proprio Omar Camporese a firmare una doppietta di un certo rilievo, quando, poco più che ventenne, centra due volte di fila i quarti di finale nell’89 e ’90. L’anno dopo il bolognese uscirà al primo turno, ma si toglierà la soddisfazione di conquistare il torneo di doppio (ultimo a riuscirci in campo maschile) insieme a Goran Ivanisevic, leggenda del tennis, grande bombardiere del servizio e attualmente membro dello staff tecnico di Novak Djokovic.

L’impresa di Camporese fu ripetuta pochi anni dopo dal faentino Andrea Gaudenzi, attuale presidente dell’ATP, che raggiunse i quarti a Roma nel ’94 e nel ’96. Entrambi questi tennisti raggiunsero come best ranking la posizione n. 18 in singolare, lasciando qualche rimpianto – specialmente Camporese – per una carriera che prometteva anche meglio.

Da annoverare, relativamente a quei decenni, anche i quarti di finale raggiunti negli anni ’80 da Claudio Panatta, fratello di Adriano, da Francesco Cancellotti e poi dal mitico Paolino Canè, più volte eroe di Coppa Davis, che nel 1987 fu battuto dall’argentino Jaite.

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La semifinale di Volandri e le altre imprese degli azzurri al Foro Italico

Dal 2000 ai giorni nostri, invece, le imprese da ricordare sono sicuramente le semifinali – che mancavano dagli anni ’70 – raggiunte da Filippo Volandri nel 2007 e da Lorenzo Sonego nel 2021.

Il livornese, che già nel 2003 raggiunse i quarti di finale fermandosi solo davanti a un emergente Roger Federer, nel 2007 riuscì dove non era riuscito quattro anni prima, battendo lo svizzero, che nel frattempo era diventato quella sorta di semidio che tutti conosciamo.

La vittoria di Volandri sull’allora numero uno del mondo rimane una delle pagine più importanti del tennis italiano recente (specialmente al maschile, laddove le tenniste azzurre hanno ottenuto risultati più importanti negli ultimi decenni, non ultima la finale a Roma di Sara Errani nel 2014).

Trascinato da un pubblico degno dei tempi di Panatta – sì sempre lui, che il pubblico sapeva infiammarlo come pochi – Volandri giocò la partita perfetta, lasciando solo 6 giochi a Federer e terminando tra l’ovazione meritata da parte del campo centrale.

Il suo torneo si concluse in semifinale, davanti al cileno Fernando “Mano de Piedra” Gonzalez, dopo aver battuto anche altre due teste di serie, il francese Gasquet e il ceco Berdych.

I quarti di finale raggiunti da Andreas Seppi nel 2012 (battuto proprio da Federer), da Fabio Fognini nel 2018 (sconfitto con onore da Rafael Nadal) e da Matteo Berrettini nel 2020 hanno fatto da preludio all’impresa dello scorso anno di Lorenzo Sonego, capace di issarsi fino al penultimo atto del torneo, dopo aver battuto tre teste di serie come il francese Monfils, l’austriaco Thiem (n. 4 del seeding) e il russo Rublev, prima di fermarsi al cospetto di Novak Djokovic, strappandogli anche un set.

Dal derby dei sedicesimi di finale di questa edizione degli Internazionali di Roma 2022 tra Jannik Sinner e Fabio Fognini uscirà un azzurro pronto a dare battaglia agli altri avversari a partire dagli ottavi di finale: riuscirà a riscrivere la storia degli italiani a Roma?

Marco Sicolo – Bgame News