Che bello è, il Bari torna in serie B

Bari in serie B - Bgame News

Dopo quattro anni nelle serie minori, il Bari torna in serie B: la proprietà di De Laurentiis, la nuova maglia tentacolare e altre curiosità sul ritorno dei galletti

Da Latina a Latina, il Bari chiude il cerchio e ritorna nel palcoscenico che gli compete, quella serie B cui ha già partecipato 46 volte (oltre a 30 campionati di serie A) e da cui mancava da quattro anni, dall’epoca del secondo fallimento che costò l’inopinata retrocessione diretta nei dilettanti.

Il primo fallimento, avvenuto appena quattro anni prima, viene ricordato invece quasi con affetto dai tifosi, perché coincise con una stagione esaltante dal punto di vista sportivo, culminata con i play-off giocati da outsider e persi proprio a Latina, dopo due onorevoli pareggi.

Solo vittorie, invece, quest’anno: ben 22 su 35 partite giocate, che hanno permesso al Bari di vincere con largo anticipo un campionato di serie C mai veramente messo in discussione dalle avversarie.

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All’inferno e ritorno, il Bari torna in serie B

Il gol della vittoria decisiva è arrivato da Mirco Antenucci, bomber della squadra, con un decoroso passato in massima serie (sedici gol con la Spal in due campionati).

Antenucci ha realizzato in questo campionato ben 17 reti, rappresentando il terminale offensivo ideale per gli schemi di Michele Mignani, bandiera del Siena da calciatore e allenatore all’esperienza più importante della sua giovane carriera.

Una grande piazza, Bari, che vive la propria squadra con passione e che sente propri i colori bianco e rosso che hanno accompagnato la storia di questa squadra.

Colori cui è stata data anche un’interpretazione innovativa dallo sponsor tecnico, che ha recentemente proposto una maglia a tiratura limitata (andata esaurita in poche ore) fortemente caratterizzata dai riferimenti al territorio, con uno sfondo tentacolare (impossibile, sul lungomare della città, non concedersi un assaggio di pescato freschissimo) e la scritta “La Bari” sul petto.

“La Bari”, come dicono i tifosi da queste parti quando vogliono testimoniare il proprio attaccamento alle radici, perché l’articolo femminile veniva usato per indicare la squadra dai padri dei loro padri. Un vezzo non condiviso da tutti, per la verità, perché le nuove generazioni sono cresciute tifando “il” Bari, con la versione maschile del nome che trova conforto anche nel vernacolo del posto.

La questione societaria: i De Laurentiis e la scelta tra Bari e Napoli

Quella del Bari è l’ennesima storia di redenzione di una grande decaduta, costretta a risalire la corrente dalle serie minori, dopo esservi finita per problemi finanziari.

Chi l’ha tirata fuori è stata la famiglia De Laurentiis, che con diversi investimenti oculati e adeguati alla categoria ha consentito di rendere breve, anche se non brevissima, la permanenza in questo purgatorio sportivo.

Acquistato il titolo sportivo dalle mani del sindaco della città, i De Laurentiis hanno mantenuto la promessa di riportare in alto la squadra, come già fecero quasi vent’anni fa con il Napoli.

Già, il Napoli. Una delle questioni da affrontare nel prossimo futuro sarà proprio la concomitanza della proprietà di due squadre professionistiche in capo al padre Aurelio, vulcanico patron dei partenopei, e al figlio Luigi, presidente dei biancorossi.

Dopo la recente querelle che ha visto coinvolto Claudio Lotito, proprietario a un tempo della Lazio e della Salernitana, le multiproprietà familiari sono finite sotto la lente d’ingrandimento, e c’è una norma che costringe a scegliere entro l’inizio della stagione 2024/25 una sola società da mantenere in famiglia.

Scadenza che potrebbe essere anticipata di una stagione, se il Bari dovesse riuscire a compiere il doppio salto e salire subito in A. Insomma, il futuro societario è tutto da scrivere, ma ogni scenario è ipotizzabile.

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La passione dei tifosi del Bari per il ritorno in serie B

Quel che è certo è che il Bari, nelle serie maggiori, continuerà a giocare con il calore del suo pubblico al fianco.

C’erano oltre duemila spettatori sulle gradinate del San Nicola solo per guardare la partita con il Latina attraverso i maxischermi posizionati all’interno dello stadio e per il piacere di condividere una gioia attesa quattro anni, sentita dalla città come un’esigenza di riavere ciò che gli spetta e che gli era stato tolto in modo traumatico.

Altrettanti erano i tifosi giunti a Latina per festeggiare i propri beniamini subito dopo il fischio finale, per una promozione da celebrare con una maglietta speciale, con tanto di galletto e B in bella mostra.

E più di ventimila erano i presenti allo stadio nella domenica precedente, quando il Bari non riuscì ad avere la meglio sulla Fidelis Andria, costringendo tutti a rimandare la festa di sette giorni.

Insomma, numeri che sono testimonianza di un affetto enorme, un affetto che non si è fermato davanti al cambio di categoria e che si nutrirà, c’è da scommetterci, delle sofferenze patite sui campi di provincia, per trovare nuove forze sui palcoscenici più prestigiosi che attendono la squadra dal prossimo anno.

Marco Sicolo – Bgame News