Il calcio secondo Diego Simeone

Il calcio secondo Diego Simeone

In un’intervista a una radio argentina, il tecnico dell’Atletico Madrid difende con orgoglio le sue idee: “Il tiki-taka? Solo un contropiede con la palla”. Diego Simeone e il suo calcio

Per la prima volta da quando allena l’Atletico Madrid – ben undici anni – Diego Simeone non riesce a portare la sua squadra alla fase ad eliminazione diretta di una coppa europea. La stagione continentale dei colchoneros si chiude quest’anno già in autunno, una cosa a cui gli spagnoli non erano più abituati.

Ma il loro allenatore non sembra aver perso fiducia per questo, continuando a ritenere che il suo calcio, fatto di sudore e sacrificio, non valga meno di quello delle squadre che praticano un gioco più patinato e bello da vedere.

In un’intervista concessa a una radio argentina all’indomani dell’eliminazione dalla Champions League – che ha lasciato l’Atletico in fondo al proprio girone, senza neanche la consolazione della partecipazione all’Europa League – Simeone svela il suo modo di intendere il calcio e dice la sua sul tanto decantato possesso palla.

Diego Simeone e l’importanza dell’aspetto mentale nel calcio

Il lato emotivo, innanzitutto. Il Cholo comincia da qui, dalla necessità di prendersi cura della mente e del cuore dei propri giocatori, quasi ne fosse un padre. “Le qualità tecniche sono importanti”, dice “ma ciò che fa la differenza è l’aspetto emotivo. Oggi tutti si credono Maradona, poi alla prima panchina si sentono frustrati e una volta in campo non riescono più a dare il meglio di sé. Devi essere capace di entrargli nella testa e di esserci, perché loro hanno bisogno di te”.

È l’approccio mentale il segreto per ottenere grandi traguardi: “Il segreto per vincere è dare il massimo in allenamento. Se fai di tutto per vincere un duello con un tuo compagno nella partitella, se ti arrabbi in allenamento, solo allora puoi ottenere vittorie nelle partite vere”.

Tutto questo, al suo Atletico, non sta riuscendo benissimo quest’anno. L’Europa è andata, e in campionato Barcellona e Real sono già dieci punti avanti. Ma non si vincono per caso due campionati spagnoli e quattro trofei europei. Non si raggiungono due finali di Champions, se non hai solidi principi alla base del tuo lavoro.

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Simeone, il contropiede e il possesso palla: tutto l’orgoglio del Cholo

La verità è che una stagione più opaca delle altre può capitare. Ma non andategli a dire che il problema è il suo gioco difensivista, su cui, in fin dei conti, ha fondato i suoi successi più prestigiosi.

“Il possesso palla? Ci sono molti modi di controllare il gioco. Magari chi ha la palla sembra che domini, ma anche il modo di disporsi in campo e la fase difensiva sono importanti. Puoi controllare il gioco anche se la palla ce l’ha l’avversario”.

Insomma, per Simeone il tiki-taka è fumo negli occhi, questo è il concetto. “Le statistiche, a volte, mi fanno ridere. Il numero di passaggi, ad esempio. È soltanto un numero, appunto. Se non hanno uno scopo, non hanno senso. A volte guardo le partite di allenatori che predicano il calcio posizionale e il possesso palla. Guardano al contropiede con spregio. Eppure, io li guardo e mi dico: ma questi giocano in contropiede con la palla! Che è come giocare in contropiede senza la palla. Ti attirano per generare spazi, è la stessa cosa”.

Un modo di vedere le cose un po’ rivoluzionario, ma assolutamente chiaro. E spiegato come fosse un manifesto del suo pensiero: “Non so chi abbia stabilito che chi attacca con la palla è migliore di chi difende e attacca senza palla. A volte le convinzioni partono da chi vede le cose in un modo e pensa che l’opinione dell’altro non meriti considerazione. Però poi, quando i risultati dicono il contrario, si arrabbiano. Invece devono solo alzare il livello del gioco, in modo da battere l’avversario”.

Tutto vero, tutto orgogliosamente giusto. Adesso tocca al Cholo trovare le contromisure a un calcio che ultimamente gli sta dicendo di no. Proverà a farlo, di sicuro: con umiltà, con coraggio. E senza lasciarsi incantare dai predicatori del gioco all’ultima moda: in fondo, è sempre calcio.

Marco Sicolo – Bgame News