Al leggendario Pablito è stato intitolato il premio per il capocannoniere della Serie B. L’esperienza tra i cadetti con i biancorossi e la conquista della maglia azzurra. Paolo Rossi al Vicenza
Con una bellissima iniziativa, la Lega di Serie B ha deciso di istituire un premio per il miglior marcatore del campionato e di dedicarlo alla memoria di Paolo Rossi, l’indimenticabile Pablito che ci trascinò alla vittoria dei Mondiali dell’82.
Il talento di Rossi, e soprattutto il suo innato fiuto per il gol, sbocciò proprio in Serie B, nella stagione 1976-77, l’unica disputata dall’attaccante toscano tra i cadetti.
Quell’anno, acquistato dal Lanerossi Vicenza e spostato al centro dell’attacco dal visionario allenatore Giovan Battista Fabbri, Rossi esplose in tutta la sua capacità realizzativa, guidando i veneti alla conquista del campionato e alla promozione in Serie A.
Ed è proprio questo il senso che la Lega di B, per mano del suo presidente Mauro Balata, ha inteso conferire al premio: Rossi è il simbolo del giovane calciatore che viene valorizzato in Serie B, per lanciarsi verso più prestigiosi successi nel prosieguo della carriera.
La B come fucina di talenti, quindi, e la storia di Paolo Rossi ne è l’esempio più evidente.
Il Premio Pablito dedicato a Paolo Rossi che sarà consegnato al capocannoniere della #SerieBKT 2021/2022⚽️ pic.twitter.com/bqsIDniMtr
— Lega B (@Lega_B) April 27, 2022
Premio Pablito al capocannoniere di Serie B: la cavalcata di Rossi con il Vicenza
Rossi arriva a Vicenza dopo una stagione anonima in Serie A con la maglia del Como, che lo aveva prelevato dalle giovanili della Juventus.
Fu lo stesso giocatore a chiedere a Giampiero Boniperti, presidente dei bianconeri e proprietario del suo cartellino, di essere ceduto in B per giocare di più.
Decisiva per la sua evoluzione fu l’intuizione dell’allenatore, che lo spostò dall’ala al centro dell’attacco. Qui Rossi seppe unire alla sua ottima tecnica di base un eccezionale senso della posizione, risultando da subito uno degli attaccanti più prolifici del campionato.
Con tre gol nelle prime tre partite, Rossi comincia ad imporsi all’attenzione del pubblico, ma è alla quarta giornata che il suo talento fiorisce definitivamente: al Menti arriva il Catania e il numero 9 biancorosso, dopo aver ripetutamente cercato la rete nel primo tempo, rifila un’indimenticabile tripletta agli etnei nella ripresa, realizzando tre gol in meno di un quarto d’ora: uno di testa, uno di rapina (il suo marchio di fabbrica) e uno “ da posizione quasi impossibile”, come recita la telecronaca dell’epoca.
Anni dopo, sarà lo stesso Rossi a ricordare quel pomeriggio come una delle giornate più belle della sua vita.
La favola del Lanerossi Vicenza in Serie A
Da lì in poi, per il Vicenza fu una marcia trionfale, sempre nel gruppo di testa del campionato, alternandosi nelle posizioni di vertice con le altre squadre che quell’anno ambivano alla Serie A, come Monza, Cagliari, Pescara e Atalanta (queste ultime poi promosse insieme al Lanerossi).
Rossi macina reti su reti, fino a vincere la classifica marcatori con 21 gol e a festeggiare il ritorno in Serie A insieme alla sua squadra.
L’anno successivo fu, se possibile, ancora più esaltante per i biancorossi e consacrò definitivamente il talento del centravanti in una stagione da favola.
Confermato – e come no – nel ruolo di centravanti, Rossi impiega tre o quattro partite per carburare, e così un po’ tutta la sua squadra. Ma dalla vittoria sul campo dell’Atalanta nella sesta giornata, la musica cambia: l’attaccante toscano si sblocca e il Vicenza infila una serie impressionante di risultati, che lo porta a parlare la stessa lingua delle grandi squadre, issandosi fin quasi al vertice della classifica e guardando dritto negli occhi le altre big, come Juve, Torino e Milan.
Rossi si guadagna le attenzioni del CT della Nazionale Enzo Bearzot e fa il suo esordio in maglia azzurra contro il Belgio, nel dicembre del ’77.
Gli bastano un paio di partite con l’Italia per convincere il mister friulano. Il suo grandissimo campionato si concluderà con la conquista del titolo di capocannoniere con ben 24 reti complessive, che portano il Lanerossi ad un clamoroso secondo posto in classifica, con tanto di qualificazione in Coppa Uefa.
Grazie a questa impresa, Rossi si guadagna la convocazione per il Mondiale in Argentina, e da lì in poi sarà per tutti Pablito.
Mondiali in Argentina ’78, Paolo Rossi diventa Pablito
In Sudamerica, Rossi conferma la sua eccezionale vena realizzativa e dopo mezz’ora della prima partita è già in gol. Grazie a lui, e ad un ottimo gioco di squadra, l’Italia batte la Francia, l’Ungheria (ancora con un suo gol) e i padroni di casa dell’Argentina, vincendo il girone di qualificazione. Poi, ancora una vittoria firmata Pablito sull’Austria, prima che ci fermi l’Olanda nella partita decisiva per accedere alla finale.
Rossi viene nominato secondo miglior giocatore del torneo dietro l’argentino Kempes e mette le basi per quella che, quattro anni dopo, sarà la sua magnifica avventura in terra di Spagna, quella per cui tutti noi lo ricordiamo ancora con grandissimo affetto.
È proprio vero: “Rossi rappresenta in età giovanile colui che si è lanciato nel campionato di Serie B e ha raggiunto i più prestigiosi palcoscenici internazionali”, queste le parole del presidente Balata in occasione della presentazione del Premio Pablito.
Un emozionante riconoscimento a una leggenda del calcio italiano.
Marco Sicolo – Bgame News