Appena sette mesi dopo il terribile incidente in allenamento in cui ha rischiato la vita, il ciclista colombiano torna in corsa al Giro di Danimarca
Siamo fatti per cadere e rialzarci, e la storia di Egan Bernal ne è l’ennesima conferma. L’estate scorsa, il giovane ciclista colombiano trionfava sulle strade del Giro d’Italia, alzando al cielo il trofeo della corsa rosa sotto il Duomo di Milano e confermandosi come uno dei possibili dominatori del ciclismo di questi anni.
Poi, all’inizio di quest’anno, un allenamento come tanti nella sua Colombia, chilometri macinati sui pedali insieme ai suoi compagni, per prepararsi al meglio a una stagione da protagonista. Pedalava al fianco di Richard Carapaz e degli altri gregari della sua squadra, quando l’autobus davanti a loro ha frenato improvvisamente.
Un impatto tremendo per Egan, che andava a 60 km orari, e che finisce in ospedale con una gamba fratturata, un trauma cranico e più di una vertebra in disordine.
Potrà camminare, questo il primo sospiro di sollievo. Ma ha rischiato sul serio, ha rischiato la vita.
Adesso, a sette mesi di distanza da quello spavento, da quella disavventura in cui Dio ha avuto un occhio di riguardo per lui, Bernal non solo cammina, ma pedala, pedala veloce, e ha intenzione di riassaporare il piacere della vittoria.
Egan Bernal, l’incidente e il ritorno alle competizioni
Il Giro della Danimarca di metà agosto è l’appuntamento che Bernal, insieme alla sua squadra, ha scelto per il suo ritorno in gara. Una corsa soft, senza troppi avversari e senza particolari difficoltà, che gli consentirà di riabituarsi ad un mondo che gli appartiene e che per qualche settimana si era temuto non dovesse rivedere più.
Nei giorni immediatamente successivi all’incidente di gennaio, non si sapeva se potesse tornare a correre, ma dopo quello che era successo, questo non era neanche il primo dei problemi.
Nella sua testa, però, Egan non ha mai smesso di essere un ciclista. Due settimane dopo essere stato sottoposto a due interventi, che gli hanno riassettato il ginocchio e messo in sicurezza la colonna vertebrale, lui era già in piedi, a mettere i primi passi, con tanto di collare e busto di protezione.A marzo era già sui pedali, ad aprile si allenava con la squadra. Lì, tutti hanno capito che il peggio era passato e che si poteva ricominciare a parlare di ciclismo, di sport, di una stagione da programmare.
Bernal, il ritorno alle corse al Giro di Danimarca
In Danimarca troverà qualche tratto di strada in salita, una tappa a cronometro, persino un po’ di pavé, il selciato tanto temuto dai professionisti, per mettersi alla prova con i pericoli del mestiere.Ma, come ha detto lui stesso, “dopo ciò che mi è accaduto a gennaio, è il momento che aspettavo. Sono stati sette mesi duri, fisicamente e mentalmente. Quel giorno, e il periodo che ne è conseguito, saranno parte di me per sempre. Come esseri umani, possiamo contare su chi ci è vicino nel momento del bisogno e io non posso che ringraziare chi mi è stato vicino quest’anno. Domani gareggio di nuovo, ci siamo. Il duro lavoro dà sempre i suoi risultati: non mollare mai!”
Marco Sicolo – Bgame News