Francisco Gento e il suo Real Madrid da leggenda

Francisco Gento

Se ne va all’età di 88 anni uno dei più grandi fuoriclasse del calcio europeo, protagonista della squadra che si aggiudicò le prime cinque edizioni della Coppa dei Campioni. In ricordo di Francisco Gento

I tifosi del Real gli avevano dato il nome di un vento: la Galerna del Cantàbrico. Più che un vento, una burrasca, quella che con le sue raffiche fredde e impetuose scuote le coste settentrionali della Spagna, lì dove lui era nato.

Francisco Gento è stato un’ala sinistra tra le più forti della storia, capace di superare e travolgere ogni avversario che gli si parava davanti con la sua vertiginosa rapidità.

Un’autentica leggenda di una squadra memorabile, il Real Madrid delle cinque Coppe dei Campioni consecutive. Una squadra zeppa di fenomeni, che ha fatto la storia del calcio europeo nella seconda metà degli anni ’50.

Lui, di coppe, ne avrebbe vinta anche una sesta, nel 1966, per diventare l’unico giocatore europeo in grado di vincere 6 trofei continentali, un record tuttora ineguagliato.

L’inizio della storia tra Gento e il Real Madrid

Francisco “PacoGento arriva al Real Madrid giovanissimo, dopo essersi messo in luce, appena diciannovenne, nelle file del Racing di Santander, la squadra dove è cresciuto.

Quando, una mattina del ’53, un emissario del Real arriva al vecchio stadio El Sardinero per imbastire la trattativa di acquisto del giocatore, i tifosi locali, che stavano seguendo l’allenamento del Racing, annusano la fregatura.

Gli urlano contro, lo minacciano, gli dicono di lasciar perdere il loro campione. Lo inseguono in ogni angolo dello stadio, al punto che i rappresentanti delle due società e Gento saranno costretti a rifugiarsi in uno squallido garage nei meandri del centro sportivo, per firmare il contratto al riparo dalla folla inferocita.

Un treno per la capitale attende la giovane ala sinistra, e sarà un viaggio di sola andata che lo condurrà verso 18 anni di strepitosa carriera.

Gento e Di Stefano, campioni del grande Real

Il primo anno di Gento con la maglia dei blancos non è, però, del tutto soddisfacente, e il presidente Santiago Bernabeu ha addirittura dei ripensamenti: è tentato di rispedirlo al mittente, in cambio di uno dei giocatori che aveva mandato in prestito al Racing l’anno prima, come parziale contropartita.

Però in quel Real milita anche un altro fuoriclasse, lui sì già affermato, il grande argentino Alfredo Di Stefano, che a differenza del presidente ha intuito chiaramente che quell’esile numero undici di vent’anni trabocca di talento, e che si tratta solo di aspettare che fiorisca. “Non puoi liberartene”, dice al suo presidente, “è un vero portento”.

E il tempo gli darà ragione, eccome.

Le 5 Coppe dei Campioni consecutive del Real Madrid

Gento e Di Stefano saranno le stelle di una squadra davvero galattica, cui poi si aggiungeranno l’ungherese Puskas, il francese Kopa e l’altro argentino Rial. Sarà proprio quest’ultimo a consigliare Gento di fare più vita d’atleta e bere solo acqua: tra i due si creerà sul campo un’intesa speciale, fatta di sguardi, di lanci improvvisi, di repentine triangolazioni.

Il Real Madridi di Francisco Gento
Kopa, Rial, Di Stefano, Puskas e Gento

La Coppa dei Campioni sembra nascere apposta per questa squadra, e il Real non si fa pregare, conquistando tutte le prime cinque edizioni della manifestazione e regalando spettacolo negli stadi di mezza Europa.

Ne sanno qualcosa anche le squadre italiane, a cui Gento si premura di segnare in finale.

La prima volta avviene nel 1957, quando, proprio nello stadio di casa, davanti a più 100.000 spettatori, il numero 11 infila la porta difesa da Giuliano Sarti per il 2-0 finale con cui il Real batte la Fiorentina di Fulvio Bernardini.

E l’anno dopo è il Milan di Liedholm e Schiaffino a cedere il passo ai madrileni, dopo essere stato a lungo in vantaggio. Quando i tempi regolamentari si concludono sul punteggio di 2-2, Di Stefano prende da parte Gento e lo rassicura: “Paquito, tu scatta: la palla buona te la diamo noi”.

Detto, fatto: è il minuto 107, quando l’ala di Santander trafigge il portiere rossonero con un tiro incrociato; 3-2 e la coppa è ancora del Real.

Gli ultimi successi di Francisco Gento in maglia blanca

La storia di Gento è quella del Real, la storia del Real è quella del calcio. Il 1960 si disputa la prima edizione della Coppa Intercontinentale, che mette di fronte i campioni d’Europa con quelli del Sud America. Insomma, gli esponenti delle due più evolute scuole calcistiche.

Francisco Gento e Di Stefano con la Coppa Intercontinentale
Gento e Di Stefano con la Coppa Intercontinentale

Il Real, fresco vincitore del suo quinto trofeo, è atteso dagli uruguaiani del Penarol. L’andata a Montevideo si risolve in un pareggio a reti bianche, mentre il ritorno, due mesi dopo, è una passerella trionfale pe i blancos, che dopo 10 minuti hanno già realizzato tre gol e poi chiudono la pratica per 5-1. Gento segna il quinto gol e forse avverte già che qualcosa sta cambiando.

Negli anni seguenti il Real perde pian piano i suoi pezzi pregiati, anche per motivi anagrafici. Anche Gento potrebbe andar via, corteggiato com’è dai principali club europei, tra cui l’Inter di Angelo Moratti, che vorrebbe portare le sue folate a San Siro, ma che deve incassare il no dei madrileni.

Gento rimane il leader indiscusso della squadra e si toglie l’ultima grande soddisfazione internazionale, guidando i suoi – una squadra composta da soli giocatori spagnoli – alla conquista della sesta Coppa dei Campioni, nel 1966, questa volta da capitano.

Francisco Gento e il record di 6 Coppe dei Campioni

La carriera di Gento, tutta trascorsa nelle file del Real Madrid, sarà costellata di altri successi: ai trionfi internazionali si aggiungono i 12 titoli nazionali, anche questo un record. Con la maglia del Real giocherà in tutto 600 partite, siglando 182 gol.

Gento vestì la maglia della nazionale spagnola per 43 volte, partecipando a due mondiali e segnando in tutto 5 gol. Il più importante fu probabilmente quello segnato a Belfast, che permise alla Spagna di superare l’Irlanda del Nord e di qualificarsi alla fase finale de vittoriosi Europei del 1964, disputati in casa. Una fase finale, però, per cui Paquito non verrà selezionato: una delle poche delusioni di una carriera inimitabile.

Gento verrà ricordato come una delle ali più forti della storia, atleta velocissimo e sopraffino giocoliere del pallone, che toccava il pallone di esterno, di collo o di tacco, sempre con la stessa disinvoltura, prima di ripartire con le sue irresistibili volate, veloce come il vento, verso la porta avversaria.