Italiani d’America, da Chinaglia a Insigne

Insigne Toronto

Lorenzo Insigne, nuovo acquisto del Toronto FC, è solo l’ultimo di una lunga serie di calciatori italiani che hanno scelto il campionato USA per raccogliere gloria e milioni

E adesso anche Lorenzo Insigne da Frattamaggiore ha trovato l’America.

Come nella migliore tradizione italiana, il continente d’oltreoceano continua a rappresentare una terra dorata dove fare fortuna, anche se gli emigranti di inizio Novecento partivano con qualche certezza in meno rispetto ai moderni calciatori.

Certo è che l’intesa tra i nostri campioni e il soccer a stelle e strisce si conferma più viva che mai, se è vero che negli ultimi 50 anni sono stati davvero tanti i calciatori italiani a giocare nel campionato professionistico statunitense.

L’ingaggio di Insigne da parte del Toronto FC, valido dalla prossima estate, è però più sorprendente di altri, perché si tratta di un fresco Campione d’Europa che potrebbe dire la sua nelle più competitive leghe europee.

L’ingaggio di Insigne da parte del Toronto FC, valido dalla prossima estate, è però più sorprendente di altri, perché si tratta di un fresco Campione d’Europa che potrebbe dire la sua nelle più competitive leghe europee.

E che invece ha scelto – comprensibilmente, per carità – i dollari e i riflettori della MLS (Major League Soccer) americana, un po’ come fece, solo pochi anni fa, Sebastian Giovinco, altro fantasista tascabile ingaggiato da Toronto all’apice della carriera.

Chinaglia e gli altri calciatori italiani negli USA

La storia dei calciatori italiani in America comincia con Giorgio “Long John” Chinaglia, monumentale attaccante della Lazio, che nel 1976, nel pieno della sua carriera, decide di mollare tutto e andarsene a New York, raggiungendo la moglie di origini statunitensi.

Insigne e Toronto
Chinaglia e Pelé in azione nei New York Cosmos

A soli 29 anni, e appena due anni dopo aver trascinato i biancocelesti al loro primo scudetto, Chinaglia approda nella squadra dei Cosmos, dove gioca al fianco di campioni leggendari come Pelé e Franz Beckenbauer. L’ex azzurro si affermerà a suon di gol come una delle principali stelle del campionato, vincendo titoli di squadra e riconoscimenti personali (4 volte capocannoniere, una volta miglior giocatore del torneo).

Si trattava, allora, della lega NASL, il primo esperimento di campionato professionistico nordamericano, che ebbe il merito di favorire la diffusione del calcio negli States; vi giocarono anche altri campioni del calibro di Johann Cruijff, George Best e il nostro Roberto Bettega.

La NASL, tuttavia, non sopravvisse a lungo, terminando nel 1984 a causa di problemi finanziari, dovuti al maggiore interesse del pubblico per gli altri sport nazionali quali il basket, il baseball, l’hockey e il football americano.

A conti fatti, però, il seme del soccer riuscì ad attecchire, e fu anche grazie a questa esperienza che gli Stati Uniti si aggiudicarono poi l’organizzazione dei Mondiali del 1994, un’edizione che a noi italiani lascia sempre un indelebile ricordo dolceamaro.

Al di là del rigore di Baggio, comunque, il Mondiale americano fu un successo e aprì le porte alla neonata MLS, la nuova lega professionistica statunitense.

Giovinco, Insigne e i milioni del Toronto FC

La prima edizione della MLS si tenne nel 1996 e subito l’idea stuzzicò alcuni calciatori italiani.

I trasferimenti negli USA di Walter Zenga, Roberto Donadoni, Giuseppe Galderisi e Nicola Caricola, però, erano cosa ben diversa dalla scelta compiuta anni prima da Chinaglia, perché si trattava di campioni ormai vicini al passo d’addio.

Toronto Insigne
Lorenzo Insigne con la nuova maglia del Toronto FC

Nel corso degli anni, comunque, l’interesse per la nuova lega americana cresce, complici i buoni risultati della nazionale USA (issatasi fino ai quarti di finale ai Mondiali del 2002) ed alcune deroghe al tetto salariale, che consentono l’ingaggio di grandi campioni come David Beckham.

L’America torna golosa anche per gli italiani e a partire dal 2012 sono tanti i nostri giocatori ad attraversare l’Atlantico. Il campionato, che intanto ha aperto le porte anche al Canada, dà il benvenuto al nostro campione del mondo Alessandro Nesta e agli altri azzurri Marco Di Vaio, Bernardo Corradi e Matteo Ferrari, tutti ingaggiati dal Montreal.

Qualche anno più tardi, anche Andrea Pirlo sceglie di distribuire i suoi ultimi passaggi a New York, ma è il trasferimento di Sebastian Giovinco a Toronto a fare scalpore.

La “formica atomica” arriva in Canada nel 2015 a soli 28 anni, quando è ancora nel giro della nazionale, allettato da un contratto sontuoso e deciso a prendersi il ruolo di primattore nel campionato nordamericano.

Giovinco manterrà le promesse e porterà a Toronto il primo titolo MLS di una squadra canadese, oltre a diventare idolo indiscusso della propria tifoseria e figura di spicco dell’intera lega (nominato MVP, cioè miglior giocatore, nel 2015).

Lorenzo Insigne, oggi, spera di ripercorrere le sue tracce, portando oltreoceano il suo ormai celebre “tiraggiro” (spiegato così dalla sua nuova società al pubblico americano) e cercando di non perdere di vista l’appuntamento con i Mondiali di fine anno in Qatar, play-off permettendo.

A Toronto, Insigne troverà una fortuna (circa 10 milioni di euro all’anno) e forse anche qualche connazionale; al momento in cui scriviamo, infatti, la franchigia canadese pare essere interessata all’acquisto di altri italiani, come Belotti, Criscito e forse proprio Giovinco, mai dimenticato da quelle parti e aggregatosi alla squadra per il raduno pre-stagionale.

Un’onda lunga azzurra, insomma, che magari ci porterà fortuna anche per i successivi campionati Mondiali, quelli del 2026, organizzati congiuntamente proprio da Stati Uniti, Messico e Canada.

Marco Sicolo