Sinner, era una grande occasione. Ma è solo questione di tempo

Jannik Sinner

La sconfitta con Alcaraz allo US Open fa sfumare una grande occasione, ma in campo i due hanno confermato di essere il futuro del tennis

L’occasione era enorme, ma anche l’avversario. Lo US Open 2022 poteva davvero essere il torneo della consacrazione per Jannik Sinner, considerato il valore dei tennisti rimasti in tabellone. Ma per approdare anche lui in semifinale, avrebbe dovuto superare un ostacolo di nome Carlos Alcaraz, che questa volta si è dimostrato più solido di lui. 

Avrà altre occasioni, Jannik, ne avrà tante altre, ma il rimpianto per un torneo che sembrava alla portata e che avrebbe dato una decisa accelerata alla sua carriera, rimane ed è grosso. 

Sinner, la sconfitta con Alcaraz e il rimpianto per lo US Open 

Va innanzitutto chiarita una cosa: noi appassionati italiani, negli ultimi anni, abbiamo spesso fatto volentieri le ore piccole, davanti allo schermo, per entusiasmarci davanti alle gesta dei grandi del tennisi, come Djokovic, Federer, Nadal, nemmeno immaginando che al posto loro potessero esserci dei nostri connazionali. 

Oggi abbiamo due campioni di livello assoluto, Jannik Sinner e Matteo Berrettini, che ci regalano un ingrediente in più nel seguire questo sport e che ci uniscono nel tifo, offrendoci quel gusto speciale di vedere il tricolore competere ai massimi livelli. 

Quindi, accanto al rimpianto per una sconfitta, va detto che per decenni match di questo livello con un italiano protagonista ce li sognavamo. 

Oltre a questo, e al di là della competizione in sé propria della partita tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, si è percepito chiaramente che il loro confronto rappresentasse qualcosa in più di un semplice quarto di finale: con loro due in campo è andato in scena il nuovo classico del tennis, il match clou che andrà a sostituire, nelle attese all’inizio di ogni torneo, gli scontri tra i Big 3 a cui eravamo abituati finora. 

E la sensazione più bella che rimane di questo incontro è proprio questa, quella di aver visto due giovani, praticamente adolescenti, farsi carico di questo ruolo da protagonisti, conseguenza di un tacito passaggio di consegne da parte dei grandi assenti, e onorarlo al meglio, con un match dagli alti contenuti tecnici ed emotivamente avvincente. 

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Sinner e Alcaraz, la rivalità del presente e del futuro 

Detto questo, bisogna riconoscere che nel corso dell’incontro sono emersi anche gli attuali limiti, giustificatissimi dall’anagrafe, di entrambi i contendenti. 

Tanti errori, che rendono questa rivalità ancora non paragonabile a quelle che hanno caratterizzato l’ultimo decennio: in un incontro tra Djokovic e Federer, per dire, gli errori veri si contavano sulle dita di una mano. Qui si sono visti smash lisciati e palle sparacchiate che negli anni a venire dovranno scomparire, ma alla fine si tratta solo di pulire un po’ il gioco: progressi che arriveranno. 

Alcaraz ha due anni in meno di Sinner ed è naturale dire che sia più avanti di lui, ma in realtà la differenza tra i due l’hanno fatta i dettagli. La solidità dimostrata dallo spagnolo nel recuperare un match che sembrava perso è la stessa dimostrata dall’azzurro quando ha annullato tre set point consecutivi nella seconda partita. Anzi, potenzialmente Sinner può diventare un giocatore molto più devastante, rispetto ai margini di miglioramento che sembra avere a disposizione Alcaraz. 

Un servizio più continuo, qualche doppio fallo in meno, più scioltezza sotto rete e in generale una preparazione fisica più adeguata ci regaleranno un Sinner che questi tornei se li andrà a prendere di autorità: tutti miglioramenti possibili, speriamo sia solo questione di tempo. 

Marco Sicolo – Bgame News