C’è chi dice che il golf non sia un vero e proprio sport, perché non si corre mai e perché ogni tanto sul green si vede qualche personaggio un po’ in là con l’età e con i chili, gareggiare come se niente fosse.
Non è proprio così, perché per competere ai massimi livelli e ottenere prestazioni vincenti, di preparazione fisica in realtà ce ne vuole, e tanta. Ma la storia che andiamo a raccontarvi oggi confermerà, almeno in parte, certi luoghi comuni.
Il fatto è che in questa disciplina il talento ha ancora una parte molto importante, e così può capitare che in uno dei quattro tornei più importanti dell’anno, il PGA Championship, un vecchio campione, oggi 56enne e ben oltre il quintale, possa chiudere il primo giro alla pari con un paio di giovanotti nel pieno della propria carriera e davanti al numero due del mondo.
Cose che capitano, quando ci si chiama John Daly.
John Daly, l’eccentrico campione di golf al PGA Championship
Era il 1991, quando un giovanotto dell’Arkansas sconosciuto ai più, che da qualche anno si barcamenava nei tornei di contorno del circuito professionistico di golf, ricevette una telefonata da un suo più affermato collega, Nick Price, che lo informava di non poter partecipare all’imminente PGA Championship.
Il che significava che il giovane e sconosciuto Daly, all’epoca 25enne, avrebbe potuto prendere parte per la prima volta al prestigioso torneo, che quell’anno si teneva a Indianapolis. Solo che il primo giro cominciava poche ore dopo, e lui si trovava a Memphis, 800 chilometri più in là.
Dopo aver guidato tutta la notte, Daly si presentò sul tee di partenza quasi senza rendersene conto. Dopo un paio di buche, il suo caddie – l’aiutante gentilmente prestatogli dallo stesso Price – si accorse che i colpi dalla lunga distanza del giovane golfista, i cosiddetti drive, erano davvero potenti e precisi, e gli consigliò di sfruttarli come arma principale per tutta la gara.
La tattica si rivelò vincente, tant’è che Daly, guance in carne e baffetto biondo appena accennato, si ritrovò alla fine del weekend a sollevare il trofeo del vincitore, entrando nella leggenda del golf come una delle più grandi sorprese della storia.
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Daly, una vita sopra le righe
Avvezzo ai boccali di birra e al divertimento, Daly si rivelerà negli anni come uno dei personaggi più istrionici di questo sport, artefice di una carriera di alto livello, in cui alle vittorie (si aggiudicò anche un altro major, l’Open del ’95 ai danni del nostro Costantino Rocca) si alternarono risse, squalifiche, controversie e polemiche di ogni sorta, oltre a quattro matrimoni e altrettanti divorzi.
Dicono non se la passi poi tanto bene, economicamente, tra alimenti da passare alle ex mogli e qualche capatina di troppo al casinò, dove pare abbia lasciato qualcosa come 50 o 60 milioni di dollari.
Eppure, a dispetto di un carattere tanto incostante, il buon John ha sempre dimostrato di avere un cuore grande.
Tra golf e solidarietà
Quella vittoria nel ’91 a Indianapolis gli valse la bellezza di 230.000 dollari tutti insieme, più di quanti ne avesse mai visti in vita sua. Eppure, lui non esitò neppure un minuto a devolvere una parte della vincita per una buona causa.
La prima giornata di quel torneo, infatti, fu funestata da un tragico evento. Durante lo svolgimento della gara, si alzò una tempesta che costrinse gli spettatori a tornare anzitempo a casa, ma uno di loro, appena 39enne, morì per un fulmine caduto a poca distanza da lui.
Daly seppe che si trattava di un uomo sposato con due figlie piccole, e volle immediatamente donare alla sua famiglia una parte della vincita – 30.000 dollari – per pagare le future spese del college delle due sorelline.
Oggi, una di loro è medico e l’altra è avvocato, ed entrambe hanno figli: “E’ una cosa che mi fa stare bene, ed è per questo che da allora non ho mai smesso di far parte di associazioni che si occupano di prendersi cura del prossimo, specialmente in favore dei bambini”.
PGA Championship 2022, il ritorno di Daly
Ecco perché Daly non va giudicato per i suoi pantaloni dai colori eccentrici, per il suo gomito costantemente alzato o per il suo carattere un po’ troppo focoso. C’è un animo nobile, sotto le fiamme.
Al PGA Championship di quest’anno, il vecchio John gira sul percorso in cart, mentre gli altri vanno a piedi, grazie ad un’esenzione speciale dovuta alla sua artrite alle ginocchia Si fa controllare dai medici ogni sei mesi per un problema alla vescica. La barba è bianca, la pancia copre la cintura.
Eppure, anno del Signore 2022, dopo il primo giro del torneo si trova a pochi colpi dal leader della classifica, il redivivo Rory McIlroy, a pari punti con il fuoriclasse americano Jordan Spieth, che nel ’91 non era ancora nato, e due colpi avanti all’altra leggenda Tiger Woods.
Strano sport, il golf, dove il talento e il cuore possono prevalere sugli anni e sui problemi di tutti i giorni.
Marco Sicolo – Bgame News