L’uscita in semifinale di Coppa Davis, il cambio tecnico di Sinner, gli infortuni di Berrettini: un bilancio della stagione del tennis italiano
L’eliminazione in semifinale patita dall’Italia in Coppa Davis è stato l’ultimo tassello di un’annata che si sperava potesse regalare ben altre emozioni ai colori azzurri.
Il riferimento è principalmente alle aspettative che accompagnavano la stagione individuale dei nostri due tennisti di punta, Jannik Sinner e Matteo Berrettini, che hanno regalato emozioni a metà, in un’annata troppo spesso interrotta da infortuni, imprevisti e sconfitte brucianti.
Tracciamo quindi un breve bilancio della stagione azzurra, con la consapevolezza che gennaio è alle porte, con il primo Slam dell’anno e la possibilità di riscatto da parte dei beniamini nostrani.
Embed from Getty ImagesSinner e Berrettini, un 2022 di alti e bassi
Quella di Sinner è stata una stagione simile a uno psicodramma, iniziata con i quarti di finale raggiunti agli Australian Open: un buon risultato, se non fosse che la sconfitta – troppo netta – contro il greco Tsitsipas sia stata seguita dal clamoroso divorzio dell’altoatesino dallo storico tecnico Riccardo Piatti.
Cercava più tranquillità, Jannik, meno pressioni dal punto di vista mentale e più varietà dal punto di vista tecnico. La scelta del nuovo coach Simone Vagnozzi, cui si è poi aggiunto l’australiano Darren Cahill, avrebbe dovuto regalarci un Sinner più completo e più efficace sotto rete.
A giochi fatti, possiamo tranquillamente parlare di un cantiere ancora aperto: un Sinner costante nel gioco e nei risultati non lo si è ancora visto, e intanto il suo alter ego Alcaraz – l’altra grande speranza del tennis mondiale – è già al numero 1 del ranking, con uno Slam in saccoccia.
Tempo ce n’è, è ovvio, ma la speranza è che i lavori in corso finiscano presto, perché il potenziale di Jannik è superiore a quei quarti di finale raggiunti per ben tre volte negli Slam del 2022: a Wimbledon, dopo aver eliminato lo spagnolo, era avanti due set a zero su Djokovic, allo US Open ha avuto un match-point contro Alcaraz, futuro vincitore del torneo.
Alla fine, è rimasto fuori dalle ATP Finals che l’anno scorso lo avevano visto degno protagonista, seppure come sostituto. Nel 2023, sperando in una tregua dai continui infortuni, i progressi dovranno essere più evidenti, per evitare che le enormi aspettative diventino, col passar del tempo, sempre più difficili da gestire.
Embed from Getty ImagesTennis italiano 2022, una stagione che poteva dare di più
Discorso a parte, ma per certi versi simile, per Berrettini.
Matteo, a Melbourne, era arrivato addirittura in semifinale, superando, lungo il percorso, anche Alcaraz, quando sembrava che gli italiani potessero essere una sorta di nemesi per lo spagnolo.
Un infortunio alla mano ne ha compromesso la partecipazione al Roland Garros, lo Slam meno adatto alle sue caratteristiche, favorendo una preparazione più mirata per la stagione sull’erba, superficie a lui assolutamente congeniale.
E infatti i risultati stavano andando nella direzione giusta, autorizzando sogni di gloria persino a livello di Slam: vittoria a Stoccarda, vittoria al prestigioso torneo del Queen’s, dove era il detentore.
Berrettini si presentava con i favori del pronostico ai nastri di partenza di Wimbledon e i bookmakers lo davano favorito insieme a Novak Djokovic, che lo aveva battuto nella finale dell’anno prima. Insomma, una situazione vissuta molto, molto raramente nella storia del tennis italiano.
E invece, proprio il primo giorno di gare, la notizia: Matteo è positivo al Covid e si ritira dal torneo, pur non essendovi obbligato dal regolamento. Un gesto onorevole, ma anche una grandissima occasione buttata al vento.
Dopodiché, l’azzurro esce sostanzialmente dai radar del grande tennis per il resto della stagione, fino allo sfortunato doppio di Davis in coppia con Fognini contro il Canada, giocando da mezzo infortunato.
Embed from Getty ImagesSinner, Berrettini, Musetti e Sonego: caccia a un grande 2023
Tra gli alti e bassi dei due tennisti di punta, è però sbucata la stagione della svolta di Lorenzo Musetti, vincitore ad Amburgo (su Alcaraz, tanto per gradire) e Napoli, mentre la Coppa Davis di fine anno ci ha restituito il miglior Lorenzo Sonego.
Il 2022 si chiude senza italiani in top ten (l’anno scorso erano due) ma con quattro azzurri nei primi 50 e soprattutto con la sensazione che il meglio debba ancora arrivare. Lo sapremo presto: gennaio e l’Australia sono di nuovo dietro l’angolo.
Marco Sicolo – Bgame News