La Juve è già a un bivio

Allegri

È ancora agosto e sui social torna a fioccare l’hashtag #AllegriOut. Per i bianconeri sembra giunto il momento di dare più spazio ai giovani

E pensare che c’era chi si lamentava di Pjanic. Abituati per anni a lasciarsi guidare dal talento di Andrea Pirlo, cui è legata la rinascita della Juventus post-calciopoli, tra i bianconeri c’era chi imputava al regista bosniaco una certa lentezza, a volte quasi un’indolenza, nel guidare una squadra che ha comunque portato alla vittoria di quattro scudetti consecutivi, oltre a una finale di Champions League.

Dopo la sua partenza, però, si è spenta la luce in casa bianconera. Nessuno che riesca a produrre un barlume di gioco a centrocampo, con la conseguenza che oggi latitano anche i risultati.

Una scriteriata gestione del mercato in questo reparto da parte della società, negli ultimi anni, ha imbottito la squadra di mezzi campioni dei quali nessuno si è rivelato capace di prendere in mano la squadra.

Liberatasi a poco a poco di giocatori onesti ma non fenomenali, da Ramsey a Bentancur, la Juve in questo avvio di stagione ha finito per affidarsi ancora a un centrocampo privo della necessaria personalità, in attesa del rientro di Pogba, la cui tenuta fisica sarà tutta da verificare.

Qualcosa ha brillato, però, nel secondo tempo giocato contro la Sampdoria. E sono stati i giovani.

I social contro Allegri per il gioco della Juve 

Guardando la partita di Marassi, è tornata in tutta la sua evidenza la sensazione dell’incapacità di produrre gioco da parte della squadra di Allegri, una costante che in verità risale anche a tempi precedenti al suo ritorno sulla panchina bianconera.

Perché il problema non sembra risiedere tanto nella filosofia di gioco dell’attuale allenatore, notoriamente conservativa, quanto nei limiti degli interpreti da lui mandati in campo.

Il prolungato possesso palla della Juve contro la Samp è stato tutt’altro che proficuo, principalmente perché è mancato l’elemento in grado di proporsi ai difensori come destinatario del pallone, per consentire al gioco di avanzare. Si pensava che quel tipo di giocatore potesse essere Locatelli, arrivato lo scorso anno come l’uomo della provvidenza, ma l’azzurro è indubbiamente più valido come mezz’ala che come regista di impostazione.

Le immagini che circolano oggi sul web sono impietose, a questo riguardo:

Manco a dirlo, sui social già torna a spopolare l’ingeneroso hashtag #AllegriOut. Ingeneroso perché siamo solo all’inizio del campionato, e il tecnico livornese ha già dimostrato di saper trovare soluzioni che funzionino. Ma un rapido cambio di rotta è indispensabile.Come quello che ieri si è percepito nettamente con l’ingresso del giovane Miretti. Non che abbia fatto cose fenomenali, ma di sicuro ha fatto cose che nella Juventus degli ultimi anni non si vedono facilmente: ha chiamato palla, si è proposto per dispensare i difensori dal compito di impostare l’azione e, udite udite, ha passato la palla in verticale, come nell’azione del gol annullato a Rabiot. La verticalizzazione, proprio l’aspetto che è stato il grosso limite di quell’Arthur che avrebbe dovuto rimpiazzare Pjanic e che invece si ritrova già sul piede di partenza, dopo due anni tutt’altro che esaltanti.

Miretti e Rovella, il centrocampo possibile della Juventus

Oltre a Miretti, di cui va apprezzata anche la disinvoltura con cui gioca la palla a soli diciannove anni, ha ben figurato anche Rovella, con buone qualità anche di combattente. E in panchina c’era Fagioli, regista protagonista della cavalcata della Cremonese in B lo scorso anno.

Tutti Under 23, tutta gente che meriterebbe fiducia e che potrebbe tracciare la strada per una Juve futuribile, non necessariamente subito vincente. A patto che ricevano fiducia dall’allenatore, anche quando fanno i loro errori di gioventù.

Marco Sicolo – Bgame News