La scenata di Zverev ad Acapulco è solo l’ultima di una serie di proteste eclatanti che ormai sono parte integrante di questo sport. Le peggiori sfuriate nella storia del tennis
È di questi giorni la notizia della squalifica di Alexander Zverev per la sua eclatante sfuriata al torneo di Acapulco, quando ha preso violentemente a colpi di racchetta il trespolo del giudice di sedia, a seguito di una decisione a suo dire ingiusta.
Una squalifica, per la verità, abbastanza tenue, perché oltre a dover pagare una multa di 23mila euro, il tennista tedesco dovrà scontare otto settimane lontano dal campo, soltanto nel caso in cui si renda nuovamente colpevole di un simile comportamento nei prossimi 12 mesi. Insomma, un meccanismo di favore (che assomiglia un po’ alla famosa sospensione condizionale del diritto italiano), che rischia di far passare sostanzialmente impunita la sua sceneggiata.
In ogni caso, non è certo la prima volta che nel tennis assistiamo allo spettacolo, triste e affascinante insieme, di un atleta a cui saltano i nervi e che si lascia andare a comportamenti sopra le righe.
Zverev e i suoi fratelli: le peggiori proteste nella storia del tennis
Anzi, in uno sport in cui la personalità dei protagonisti è tra gli aspetti più apprezzati dal pubblico, a volte anche più delle qualità tecniche, gli episodi in cui il carattere dei tennisti viene a galla passano spesso direttamente alla storia.
Alcuni personaggi hanno fatto delle loro scenate un vero marchio di fabbrica, come lo statunitense John McEnroe, stella degli anni ’80, ma un po’ tutti, prima o poi, possono cascarci. È successo a Novak Djokovic, ad esempio, quando si è fatto squalificare dallo US Open per aver colpito inavvertitamente una giudice di linea, ed è successo persino a Sua Perfezione Roger Federer, che qualche racchetta l’ha rotta nel corso della sua carriera, e non si è fatto mancare nemmeno qualche battibecco con i giudici.
Anche se l’elenco di tennisti che hanno perso la testa durante una partita potrebbe essere lunghissimo, abbiamo selezionato per voi le 5 peggiori sfuriate del tennis.
Il più plateale: Nick Kyrgios, Roma 2019
L’australiano è uno dei tennisti dalla personalità più spiccata di questa generazione, oltre che uno dei più talentuosi. Peccato che del talento non sembri importargli più di tanto, visto che è più noto per le sue polemiche, che per i risultati sul campo. Al Foro Italico 2019 ha dato davvero il peggio di sé, prendendosela direttamente con alcuni spettatori, rei a suo dire di aver preso posto a sedere mentre lui già si apprestava a servire e quindi distraendolo. Racchette sbattute, sedie che volano, imprecazioni: insomma, il repertorio completo in un singolo episodio.
Il più diseducativo: Marcos Baghdatis, Australian Open 2012
Ci sono scenate che fanno ridere e quelle che fanno pena. L’ottusità con cui il cipriota intende manifestare il proprio disappunto al cambio di campo è talmente evidente da far cadere le braccia. Una, due, tre, quattro racchette demolite, il principe dello spreco e del cattivo esempio. Certo, non al livello di quell’altro matto di Mikhail Youzhny (Miami 2008).
La più minacciosa: Serena Williams, US Open 2009
Ok, il fallo di piede (che ricorre quando si calpesta la linea di fondo durante il servizio) è un’infrazione che non viene quasi mai rilevata nelle partite di tennis, e se sei una minuta giudice di linea e decidi di chiamarlo contro Serena Williams, durante le semifinali degli US Open, appena prima del match point, sembra che un po’ te la cerchi. Ma la reazione dell’americana rimane comunque fuori dal mondo: “Ti ficco questa pallina in gola” non è il genere di protesta che passa inosservata. Serena squalificata, Clijsters in finale.

Il più esilarante: Fabio Fognini, Wimbledon 2013
Quando anche il giudice di sedia non riesce a trattenere una risata, pur essendo il bersaglio delle proteste, significa che la prova d’attore del tennista rasenta la perfezione. L’istrionico Fabio Fognini si aggiudica l’Oscar per la migliore interpretazione su un campo da tennis, ma la sua arringa tutta italiana non varrà a cambiare l’esito del punto, né ad evitargli un warning da parte del giudice di sedia Pascal Maria.
Il più iconico: John McEnroe, Wimbledon 1981
Nella sfuriata-simbolo del tennista americano c’è tutto il tennis dell’era moderna, in cui l’espressività dei suoi protagonisti trascende lo sport e diviene spettacolo a sé stante. Con quell’urlo sbattuto in faccia al giudice: “You cannot be serious!” (non puoi essere serio), il riccioluto Johnny Mac marchia a fuoco il tennis come sport perfetto per sfogare le proprie emozioni e fare innamorare il pubblico, anche quando ti incazzi.
Marco Sicolo – Bgame News