La foto che lo immortala nel momento in cui solleva al cielo la Coppa del Mondo vinta dall’Argentina ritrae Messi con un soprabito tipico della cultura araba
Il momento più importante della carriera di Lionel Messi – e un momento storico per tutto il popolo argentino e per qualunque appassionato di calcio – è stato caratterizzato da un piccolo, grande fuori programma.
Pochi istanti prima di sollevare al cielo la Coppa del Mondo, fortemente desiderata e inseguita, e vinta al culmine di un Mondiale giocato in modo sublime, Messi è stato invitato a indossare un capo tipico della tradizione mediorientale, il bisht, una sorta di mantella onorifica usata solo in occasioni particolarmente importanti.
Un semplice tributo, una furba trovata promozionale, o addirittura una simbolica manifestazione di potere? Il dibattito è aperto, e rimarrà aperto per sempre, visto che il giocatore più forte del mondo è stato immortalato con indosso quel soprabito proprio in occasione della foto più importante, quella che fa il giro del mondo e rimarrà negli annali.
Embed from Getty ImagesIl mantello di Messi alla premiazione della Coppa del Mondo
Quale che sia l’interpretazione che si vuol dare al gesto – ma è sensazione abbastanza diffusa che una componente di “prova di forza” da parte degli organizzatori vi sia stata – è innanzitutto da dire che, a livello puramente estetico, è un peccato che Messi (o chiunque altro vi fosse stato al posto suo), non abbia potuto sfoggiare – come sempre accade in questi casi – i colori della propria squadra proprio nel momento di massima espressione di gioia per il trofeo conquistato.
Intendiamo dire che, anche a voler dare al gesto l’interpretazione più ingenua e folkloristica, come se il soprabito fosse un sombrero messicano o una collana di fiori hawaiana, il risultato dell’iniziativa sarebbe comunque da considerare malriuscito, perché quel tessuto, pur pregiato, copre visivamente, in maniera irrimediabile, la luminosità e la riconoscibilità dei colori argentini.
Per dire, all’epoca, da telespettatori, quasi ci sentimmo in imbarazzo per la scelta di Francesco Totti di sollevare la stessa coppa con un tricolore avvolto in testa, che a livello estetico gli dava più che altro l’aria del classico fazzolettone da nonna. Ma almeno lì i colori erano quelli giusti, quelli della sua nazione.
Embed from Getty ImagesIl bisht, il soprabito indossato sulla maglia dell’Argentina
È indubbio che il gesto dell’emiro di onorare Messi e di fare, al contempo, promozione alla cultura e agli interessi del proprio Paese, abbia tolto qualcosa alla naturalezza di quel momento particolare.
Non vogliamo improvvisarci esperti di politica internazionale, di economia e di sottili giochi psicologici. Forse le intenzioni dietro quella mantella non sono poi così diverse da quelle che stanno dietro a una lattina di Coca-Cola offerta da tenere in mano, o a qualche altro copricapo strano.
Ma forse è la nostra reazione, a denotare un problema di fondo con una particolare parte di mondo lontana, ricca, potente, ancora sconosciuta e con una cultura tanto diversa dalla nostra. Quel momento, in cui viene poggiata la veste sulle spalle di Messi – delicatamente, ma quasi senza scampo – aveva il vago sapore di una conquista.
Marco Sicolo – Bgame News