Pelé, il più grande di tutti

Pelé, il più grande di tutti

Tre volte campione del mondo, più di mille gol in carriera, una  leggenda del calcio. L’infanzia, il rapporto con il padre calciatore, i successi di Pelé

C’è un video che sta spopolando su internet, in questi giorni in cui tutto il mondo rende omaggio alla memoria di Pelé, il campione brasiliano venuto a mancare nei giorni scorsi all’età di 82 anni.

Lo trovate in fondo a questo articolo e mostra come Pelé sia stato capace, negli anni ’60, di realizzare, e a volte proprio di inventare, alcune giocate che avrebbero reso celebri altri campioni venuti dopo di lui: la finta di Cruijff, le giravolte di Zidane, le punizioni di Roberto Carlos e gli scatti di Ronaldo, le rovesciate, i pallonetti, i dribbling. Tutto in un giocatore. Probabilmente, nient’altro rende meglio l’idea del perché “O Rei” sia considerato, dai più, il più grande calciatore di tutti i tempi.

Pelé, l’infanzia e il rapporto con il padre calciatore

Pelè era figlio di Dondinho, un calciatore degli anni ‘40, un’epoca in cui giocare a calcio non regalava certo milioni. “Devi imparare a leggere e scrivere, se vuoi diventare qualcuno”, gli diceva quand’era piccolo mamma Celeste, preoccupata per il suo futuro. Lui guardava suo padre, conosciuto e apprezzato in tutto il paese, e pensava che anche fare il calciatore poteva renderti “qualcuno”.

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Dondinho insegnava al figlio, di nascosto, a colpire la palla anche di sinistro, perché così sarebbe stato un calciatore più completo. Ma poi, davanti a Doña Celeste, non si azzardava a negare l’importanza della scuola, fingendo di arrabbiarsi e ricordando al figlio che l’istruzione veniva prima del calcio e di ogni altra cosa, proprio come diceva mamma.

Un giorno che lo sorprese a fumare per strada con gli amici, il padre tirò dritto senza dire una parola, aspettandolo poi a casa. Dove Pelé, allora dodicenne, rientrò tremebondo e rassegnato, aspettandosi qualche sonora legnata. Dondinho gli disse che non sarebbe stato fumando e bevendo che sarebbe diventato un campione, ma che se davvero ne aveva voglia, non doveva chiedere niente a nessuno. E gli diede i soldi per le sigarette.

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Una leggenda immortale del calcio

Vinse tre coppe del mondo con il Brasile, Pelé, segnando due gol in finale a diciassette anni, nel ’58, e un altro nella finale del ‘70, contro l’Italia, con un colpo di testa monumentale. Segnò più di mille gol e le sue gesta alimentano oggi ancora mille aneddoti e leggende, da quella volta che il pubblico cacciò dal campo l’arbitro che voleva espellerlo, a quell’altra in cui la guerra tra due Paesi africani si fermò, perché era arrivato lui, con il suo Santos, per giocare una partita amichevole.

Pelé vinse tutto, e tutto sapeva fare con il pallone tra i piedi. Finì la carriera con un solo rimpianto: non essere riuscito a battere il record di suo padre, che una volta realizzò cinque gol di testa in una partita sola.

Marco Sicolo – Bgame News