Prochazka, il samurai diventato campione

Prochazka

Il fighter ceco vince l’UFC 275 ed è il nuovo campione MMA. Il suo incredibile percorso, da hooligan litigioso a convinto praticante degli insegnamenti Bushido

“Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini. Il miglior combattimento è quello evitato.

Rispettando perfettamente gli insegnamenti dell’antico codice Bushido, una sorta di guida per i guerrieri giapponesi, Jiri Prochazka ha sempre lasciato correre le critiche di chi – per lo più colleghi, magari un po’ invidiosi – vede in lui un “finto samurai”.

“Queste persone semplicemente non capiscono”, rimanda lui, serafico. “Per capire l’antica arte della guerra, basterebbe essere capaci di trascorrere del tempo da soli con sé stessi. Se non affronti le tue paure, non potrai mai capire. Ma se qualcuno non vuole capire, lo comprendo. Tutti hanno bisogno di tempo per evolversi, nessuno è perfetto. Per questo non giudico chi mi critica”.

Profondo, non c’è dubbio. Ma adesso usciamo per un attimo da quest’atmosfera zen e facciamo un passo indietro, per capire chi è Jiri Prochazka e perché è così sorprendente che oggi, tra un cazzotto e una ginocchiata, predichi l’etica degli antichi guerrieri del Sol Levante.

Etica che non gli ha impedito, nei giorni scorsi, di conquistare il titolo di campione dei pesi mediomassimi MMA nell’UFC 275, l’evento di arti marziali miste disputato a Singapore, in cui ha strappato la cintura del vincitore al detentore brasiliano Glover Teixeira.

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Prochazka nuovo campione MMA all’UFC 275

Il piccolo Jiri nasce dalle parti di Brno proprio mentre Repubblica Ceca e Slovacchia si stanno separando. Un triste evento segna la sua crescita, perché perde il padre quando ha appena sei anni, ed è lui stesso a riconoscere come questa circostanza lo abbia spesso fatto sentire senza punti di riferimento durante la crescita.

Jiri cerca sfogo nella pratica di vari sport, dal calcio, all’hockey, alle bici BMX, fino a quando diventa un vero tifoso, appassionato della locale squadra di calcio. Magari un po’ troppo appassionato. Un hooligan, praticamente.

Insomma, a Jiri delle partite a pallone non interessava nulla; ciò che lo divertiva era il contorno, fatto di insulti, minacce e azzuffate. Specialmente quando, tra fazioni avversarie, si davano appuntamento per una bella rissa 30 contro 30, più siamo più ci divertiamo.

Il giovanotto viene su bello alto e robusto e capisce che quella è la sua strada: dai parcheggi dello stadio passa alle palestre, e la via verso i primi incontri organizzati è ormai aperta.

Le prime vittorie e le feste esuberanti

Siamo intorno al 2012, Jiri ha circa vent’anni e dall’alto del suo metro e novanta comincia a farsi largo nel mondo delle mixed martial arts, le MMA.

La filosofia orientale, però, è ancora ben lontana dalla sua vita. Fanno epoca, invece, i party con cui festeggia ogni vittoria ottenuta sul ring ottagonale.

Prochazka è sempre l’anima della festa, e ancora si tramandano racconti su quella volta che ha trangugiato champagne attraverso il tubo dell’aspirapolvere, o di quando ha bevuto vodka direttamente dal serbatoio della moto di un amico, a motore acceso.

Ecco perché, oggi, chi lo ha conosciuto all’epoca, stenta a riconoscerlo, vedendolo così attento alla meditazione, ai modi gentili, al rispetto per l’avversario.

Dalle sbornie alla scoperta del Codice dei samurai

Con il caratteristico ciuffo ben dritto al centro del cranio rasato, è lui stesso a spiegare come è andata: “Quando mi hanno consigliato di leggere Il libro dei cinque anelli, sull’arte della guerra nell’antico Giappone, ho trovato quei punti di riferimento che mi erano sempre mancati”.

Da lì, la passione per la figura dei samurai e per il loro codice di comportamento, il Bushido, che mette accanto all’arte guerriera, sullo stesso livello, importanti principi di comportamento come la lealtà, l’onestà, persino la gentilezza.

“Questi principi mi hanno dato una guida, una motivazione. E così come hanno ispirato me, io spero di poter essere di ispirazione per chi mi guarda”.

E ovviamente, oltre che nella vita di tutti i giorni, questi concetti lo aiutano sul ring: “Il Bushido mi aiuta a dare tutto nella gabbia dove combattiamo. A fare tutto il necessario per vincere, persino a morire per la vittoria”.

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UFC 275, Prochazka batte Teixeira

Nella gabbia ottagonale di Singapore, Jiri Prochazka ha sconfitto per sottomissione, nel match clou dell’UFC 275, il veterano Teixeira, coronando la sua inarrestabile crescita come lottatore professionista di arti marziali miste.

Prochazca è entrato nel circuito UFC solo da un paio di stagioni, dopo aver fatto esperienza per anni nell’analoga lega giapponese Rizin, in cui aveva ottenuto numerose vittorie.

Nel mondo dell’UFC si è subito fatto conoscere per le sue abitudini meditative ma anche per il suo valore sul ring, ottenendo due vittorie su due, prima dell’ultima affermazione valida per il titolo dei mediomassimi.

Agile nelle fasi di lotta in piedi, grazie alla sua notevole statura, si è guadagnato l’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori, che vedono in lui un nuovo personaggio in stile Conor McGregor, un altro lottatore con grande talento ma anche grande personalità.

Tra i suoi colleghi non manca chi lo critica, come abbiamo visto, dandogli del “falso samurai” e insinuando che il suo atteggiamento mistico sia una sorta di messa in scena. Ma Jiri, da buon guerriero, si lascia scivolare tutto addosso e risponde solo sul ring. E adesso il campione è lui.

Marco Sicolo – Bgame News