Storie di sport – Esattamente 124 anni fa, all’Università del Minnesota, il pubblico fu guidato per la prima volta nel tifo per la propria squadra. Nascita del cheerleading
Mentre in Italia in questi giorni si discute, giustamente, del desolante episodio di San Siro di sabato scorso, con centinaia di tifosi e famiglie paganti costretti ad abbandonare la curva dagli ultras per motivi non certo condivisibili, ci piace ricordare che il tifo, anche quello organizzato, può assumere aspetti ben diversi e ha origini ben più nobili di ciò che siamo abituati a vedere nei nostri stadi.
Esattamente 124 anni fa, il 2 novembre 1898, nasceva infatti, quasi inconsapevolmente, la pratica del cheerleading, vale a dire l’arte di esortare e guidare il pubblico di un evento sportivo a sostenere, con cori e urla di incitamento, la propria squadra.
Quella mattina, sui campi dell’Università del Minnesota, era in azione la locale squadra di football, quando lo studente Johnny Campbell, sentendo il tifo concitato e disordinato degli altri allievi presenti sugli spalti, decise di scavalcare la recinzione, mettersi di fronte al pubblico e indirizzarne le voci all’unisono, attraverso la semplice ripetizione di sillabe da urlare a squarciagola.
L’esperimento riuscì immediatamente, e lì nacque la figura del cheerleader, che si sarebbe evoluta rapidamente attraverso varie innovazioni.
Embed from Getty ImagesJohhny Campbell, il primo cheerleader della storia
È stato, dunque, un uomo, il primo cheerleader della storia, e per molti anni l’attività di incoraggiare il tifo del pubblico sarebbe rimasta di stampo maschile. Nei college americani si organizzarono ben presto squadre di cheerleading, e parteciparvi divenne motivo di prestigio tra gli studenti.
A poco a poco fecero il loro ingresso a bordo campo anche coreografie acrobatiche e i mitici pompon, di pari passo con l’ingresso di rappresentanti femminili nei team del tifo organizzato.
Le ragazze presero il sopravvento nella pratica del cheerleading a partire dagli anni ’40, quando la gran parte degli studenti maschi finì per essere arruolata nella Seconda Guerra Mondiale.
Embed from Getty ImagesL’evoluzione del cheerleading: acrobazie e professionalità
La figura delle cheerleader così come siamo abituati a vederle oggi, cioè ragazze per lo più avvenenti e altamente specializzate in coreografie acrobatiche individuali e di gruppo, cominciò a diffondersi a partire dagli anni ’60, quando le squadre professionistiche di football americano iniziarono a creare un proprio team professionale di cheerleading, nell’ambito della società stessa.
Dai Dallas Cowboys in giù, fu un rapido proliferare di abiti sempre più succinti, piramidi umane, simpatiche mascotte e stunt-man spericolati.
Il cheerleading è oggi diventato una disciplina autonoma, con una propria organizzazione internazionale e un proprio regolamento, che ne disciplina l’attività anche in termini di sicurezza.
Colorati e sorridenti, i protagonisti e le protagoniste di quest’attività sana e coinvolgente rappresentano, oggi, la faccia pulita del tifo, che mantiene intatto, a oltre cent’anni dalla nascita, lo spirito che dovrebbe caratterizzare, in tutto il mondo, ogni evento sportivo e il suo contorno.
Marco Sicolo – Bgame News