Pierluigi Frosio e il Perugia dei Miracoli

Pierluigi Frosio Bgame News

La scomparsa dell’ex capitano dei Grifoni, imbattuti nella Serie A 1978-79, è l’occasione per ricordare l’epopea di una squadra speciale. Pierluigi Frosio e il Perugia dei Miracoli

Pierluigi Frosio era un ottimo libero e una persona perbene: è questo l’unanime giudizio che si coglie dalle reazioni del mondo del calcio alla sua scomparsa, all’età di 73 anni, da parte di chi l’ha visto giocare e, più in generale, da chi l’ha conosciuto come uomo di sport.

Pierluigi Frosio e il Perugia dei Miracoli Bgame News
Il Perugia dei Miracoli – Bgame News

Frosio trascorse gli anni migliori della sua carriera nel Perugia, di cui divenne capitano e da cui fu acquistato nel 1974 per volere del neo-presidente Franco D’Attoma, che con il suo intuito mise su una squadra che avrebbe meravigliato negli anni a venire, rendendosi protagonista di un’epopea esaltante e per molti versi innovativa.

L’arrivo di Pierluigi Frosio al Perugia

Il Perugia della prima metà degli anni ’70 navigava in cattive acque, sia sportive che finanziarie, e così, su invito di alcuni esponenti delle istituzioni locali, l’imprenditore D’Attoma, di origine pugliese, ne rilevò le sorti nel 1974.

Come imprenditore, D’Attoma si era affinato nell’azienda del cognato Leonardo Servadio, fondatore di Ellesse, uno dei marchi sportivi più rilevanti degli anni ’70 e ’80, sponsor tecnico di grandi tennisti nonché dei New York Cosmos di Pelé e Chinaglia.

Tra le prime operazioni di mercato del nuovo presidente c’è proprio l’acquisto di Pierluigi Frosio dal Cesena, mentre in panchina arriva il giovane allenatore Ilario Castagner, che guiderà gli umbri ad una cavalcata memorabile in Serie B, culminata nella prima, storica promozione del club in Serie A.

Fu proprio Castagner a cucire addosso a Frosio il ruolo di libero, anziché di stopper com’era stato fino ad allora, consentendogli di guidare con autorevolezza la difesa dalle retrovie e di proporsi spesso con eleganti discese a centrocampo per avviare l’azione.

La storica promozione del Perugia in Serie A

In serie A, gli umbri giocano in uno stadio tutto nuovo, costruito da imprenditori locali, e si fanno subito riconoscere per il loro gioco moderno, che frutterà ottimi piazzamenti nelle prime tre stagioni nel massimo campionato, sempre a ridosso delle grandi.

Pierluigi Frosio e Ilario Castagner Bgame News
Pierluigi Frosio e Ilario Castagner

Nel 1978, dopo essere rimasti fuori per un soffio dalle competizioni europee ufficiali, gli umbri cominciano comunque a respirare aria internazionale, disputando e aggiudicandosi la Coppa d’Estate, vincendo un girone che li vedeva opposti ai tedeschi del Monaco 1860, ai francesi dell’Olympique Nimes e ai belgi del Waregem.

È il preludio alla grande annata che sta per cominciare.

Pierluigi Frosio e il Perugia dei Miracoli imbattuti in campionato

Il campionato 1978-79 è quello del Perugia dei Miracoli, una squadra che passerà alla storia perché sarà la prima a concludere la stagione senza perdere neanche una partita, impresa che sarà ripetuta nel corso degli anni solo dal Milan di Fabio Capello e dalla Juventus di Antonio Conte.

Undici vittorie, diciannove pareggi e zero sconfitte varranno agli umbri il secondo posto in classifica, alle spalle del Milan, che seppe giocare un calcio più votato alla vittoria e riuscì a resistere nello scontro diretto decisivo per lo Scudetto, pareggiando 1-1 a Perugia.

Con Frosio leader silenzioso, un giovane Salvatore Bagni a far sfracelli sulla fascia destra e un manipolo di onesti giocatori a comporre un undici affiatato, quel Perugia ottenne il risultato più prestigioso della propria storia e un’inattesa qualificazione alla Coppa Uefa, regalando una favola indimenticabile ai suoi tifosi e a tutti gli appassionati di calcio.

Paolo Rossi a Perugia grazie allo sponsor Ponte

L’anno seguente, un Perugia poco avvezzo con le luci della ribalta proverà il colpo da novanta con l’acquisto di Paolo Rossi dal retrocesso Vicenza, ma i gol dell’attaccante, che per tutti era già Pablito dopo i Mondiali del ’78, non bastarono a replicare i successi dell’anno precedente, anzi. Un piazzamento a centro classifica ed una precoce eliminazione in Coppa Uefa furono il segnale che un ciclo si stava chiudendo.

Pierluigi Frosio Bgame News
Pierluigi Frosio capitano del Perugia

Di quella stagione rimane, però, l’ennesima invenzione del presidente D’Attoma. Per acquistare Rossi, infatti, ottenne il finanziamento del pastificio Ponte, promettendogli in cambio l’inserimento del logo sulla maglietta della squadra. Essendo all’epoca vietata ogni sponsorizzazione, fu trovato l’escamotage di creare dal nulla una linea di abbigliamento sportivo con lo stesso nome del pastificio.

Paolo Rossi con la maglia del Perugia Bgame News
Paolo Rossi con la maglia del Perugia

Ponte fu il primo sponsor, seppure non ufficiale, di una squadra di calcio in Italia e l’operazione aprì la strada a tutto un altro modo di gestire le società.

A Frosio intitolati gli spogliatoi dello stadio di Perugia

L’epilogo dell’avventura sportiva del Perugia dei Miracoli si ebbe la stagione successiva, nel 1980-81, con la retrocessione in Serie B. Frosio rimase in biancorosso altre tre stagioni, prima di chiudere la carriera in Serie C, a 36 anni, nel Rimini allenato da un giovane Arrigo Sacchi.

In mezzo ai tanti fasti di quegli anni gloriosi, il Perugia aveva conosciuto anche il dolore per la tragica morte, avvenuta in campo, del centrocampista Renato Curi, durante un Perugia-Juventus del 1977. A lui fu poi intitolato lo stadio e in quello stadio, da oggi, gli spogliatoi saranno intitolati al vecchio capitano di quella squadra, Pierluigi Frosio.

Marco Sicolo – Bgame News