Con la scomparsa dell’ex centrocampista se ne va l’ultimo dei campioni del Mondiale 1954, quelli in cui la Germania batté la favolosa Ungheria di Puskas
Le partite di calcio sono storie che a volte portano con sé significati così grandi da andare oltre il risultato del campo.
Il mondiale vinto dalla Germania Ovest nel 1954 non è stato solo un trionfo sportivo, ma anche un momento di ritrovata unità per un popolo ancora sotto shock per le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale.
L’importanza delle emozioni regalate da quell’impresa è restituita perfettamente dal comunicato con cui la Federcalcio tedesca ha reso nota la scomparsa di Horst Eckel, l’ultimo superstite di quella squadra, avvenuta nei primi giorni di dicembre 2021.

“Gli eroi di Berna” – si legge nel dispaccio – “hanno plasmato non solo il calcio in Germania, ma tutto il nostro Paese. La loro importanza, ben oltre i semplici eventi in campo, è sempre stata sentita dalle generazioni successive”.
La grande Ungheria degli anni ‘50
Del Miracolo di Berna si è detto tanto, forse anche troppo, o persino troppo poco.
Rimonte inspiegabili, accuse di doping, arbitraggi discutibili.
Quel che è certo è che si tratta di una delle più memorabili imprese sportive della storia, con la Germania Ovest netta sfavorita che riuscì a battere in finale la grande Ungheria di Puskas e Hidegkuti, unanimemente riconosciuta come una delle formazioni più fori di sempre.
Per rendere l’idea, la nazionale ungherese era nota come la Squadra d’Oro, forse per via della medaglia appena conquistata ai Giochi Olimpici di Helsinki del 1952, o semplicemente perché si era ormai fatta conoscere in mezzo mondo come un team capace di infliggere clamorose batoste a qualsiasi avversario.
Soltanto l’anno prima, gli ungheresi erano stati invitati a disputare un’amichevole a Wembley in casa dei maestri inglesi, ma per nulla emozionati dalla sacralità di cotanta location, inflissero ai gentili padroni di casa un poco cordiale 6-3 che lasciò tutti di stucco.
E peggio andò qualche mese dopo, quando a Budapest i magiari ricambiarono l’invito, ma ribadirono il concetto: 7-1 e tutti a casa. Anzi, a Berna, appunto, per disputare i Campionati del Mondo di Svizzera ’54.
Horst Eckel e la Germania Ovest ai Mondiali del 1954
In Germania, intanto, ci si leccava le ferite e si cercava di venir fuori – come nel resto d’Europa e del mondo – dalla tragedia della Guerra. Solo cinque anni prima, nel ’49, il Paese era stato diviso in due, con la creazione della Repubblica Federale Tedesca, meglio nota come Germania Ovest, e della Repubblica Democratica ad Est.
Dal punto di vista sportivo, la Germania calcistica non suscitava ancora quel timore reverenziale che oggi la accompagna presso gli avversari in ogni incontro. Anzi, si può dire che la gloriosa tradizione calcistica tedesca sia cominciata proprio con quei Mondiali.

Eppure, la rassegna non cominciò nel migliore dei modi per la Mannschaft, che già nel girone eliminatorio fu travolta in una partita per 8 reti a 3. Indovinate da chi? Esatto, proprio dall’Ungheria.
Le due squadre proseguirono il loro cammino nella competizione, ognuna per la sua strada, fino a ritrovarsi di fronte una all’altra, proprio nella finale del torneo, al Wankdorfstadion di Berna.
Inutile dire che i pronostici erano tutti per la straordinaria nazionale magiara, capace intanto di eliminare persino il Brasile e l’Uruguay, le protagoniste del mondiale appena precedente.
Il Miracolo di Berna e la Germania Ovest campione del mondo
Horst Eckel, l’uomo che oggi ci ha offerto il pretesto per questo ricordo, era in effetti il più giovane della sua squadra. Centrocampista di buona qualità, era soprannominato il Levriero per la rapidità con cui si buttava alla ricerca di ogni pallone in mezzo al campo.
Pare che, in quella mitologica finale, Eckel abbia saputo tenere a bada niente meno che Nandor Hidegkuti, l’anomalo – ma fenomenale – numero 9 che rientrava a centrocampo per confondere le idee alle difese avversarie. Sì, proprio quello che oggi si direbbe un falso nueve.
E comunque, in quella Germania avrebbero giocato tutti al massimo, per venire a capo di un avversario apparentemente imbattibile e conquistare la loro prima Coppa del Mondo.
Il resto è storia: l’Ungheria va in vantaggio 2-0 dopo appena otto minuti, le avvisaglie per un’imbarcata epocale ci sono tutte. E invece al ventesimo è già 2-2, e con un po’ di fortuna e l’aiuto di un abbondante acquazzone, la Germania Ovest la sfanga fino alle fasi finali della partita, quando l’ala destra Rahn infila, di sinistro, l’incredibile 3-2.