Le dichiarazioni di Ronaldo il Fenomeno ci invitano a riflettere sulla salute mentale di degli sportivi che appare un serio problema da affrontare
L’ultimo in ordine di tempo è stato niente meno che Ronaldo il Fenomeno, il brasiliano ex Inter, ex Pallone d’oro, ex Campione del mondo, che in occasione della presentazione di un docufilm sulla sua carriera ha candidamente confessato di frequentare il lettino dello psicologo e di aver sofferto di depressione.
Uno stato mentale, dice, dovuto principalmente all’esperienza trascorsa come calciatore in giro per il mondo, idolatrato e poi criticato, sempre sotto l’occhio del pubblico e dei giornalisti, giudicato da televisioni e social network, in patria, all’estero e in ogni angolo del pianeta.
Qualcosa a cui un ragazzino sui vent’anni non può essere preparato, e che rischia seriamente di farlo sentire spaesato, a disagio, quando meno se lo aspetta. “Almeno”, evidenzia Ronaldo, “oggi queste cose cominciamo a capirle. Oggi almeno sappiamo che c’è un problema da risolvere. Ai miei tempi nessuno se ne rendeva conto, anche se si intuiva che la vita di un giovane sportivo comportasse dello stress”.
Salute mentale, un serio problema da affrontare per gli sportivi
Milioni, certo. E non solo soldi: anche fama, successo, la possibilità di vivere la vita al massimo. Ma il rovescio della medaglia c’è, e sta uscendo in tutta evidenza in questi ultimi tempi, attraverso le storie di diversi sportivi.
Prendete Lorenzo Musetti, ad esempio, il tennista azzurro che si è fatto cogliere da una sorta di ansia da prestazione davanti al proprio pubblico nel recente torneo di Firenze, che gli ha impedito di giocare secondo le sue possibilità.
E, per restare al tennis, che dire dei vari Nick Kyrgios, Naomi Osaka, Simona Halep, tutti campioni che a un certo punto hanno dovuto combattere contro i demoni della propria testa. Forse non ebbe tutti i torti Bjorn Borg a ritirarsi all’apice della carriera, negli anni ’80, quando era il numero uno del mondo e aveva il mondo ai suoi piedi.
Stress e depressione, i pericoli del mondo dello sport
Questi ragazzi finiscono in una centrifuga, che sotto la patina dorata chiede un prezzo piuttosto alto, in termini di energie mentali, di maturità, di equilibrio. E non tutti hanno la forza di sostenerlo.
Il problema è così diffuso, e così serio, specialmente agli occhi di chi l’ha vissuto, che un campione come Gonzalo Higuain, attaccante argentino di livello mondiale, ha detto di voler provare a diventare mental coach, adesso che si è ritirato dal calcio: “Stare bene mentalmente è un aspetto fondamentale in ogni lavoro. Uno può metterci talento e sacrificio, ma se non sta bene con la testa difficilmente otterrà qualcosa. Vorrei aiutare giovani e meno giovani a capire quanto è importante la salute mentale. È un tema di cui si parla ancora troppo poco”.
Esatto, Gonzalo. Parlarne è già un primo passo.
Marco Sicolo – Bgame News