Serena Williams, si ritira un’icona dello sport

Serena Williams

Le sue vittorie, la rivalità con la sorella Venus, la sua eredità: come nei progetti di papà Richard, ha stravolto le tradizioni del tennis. US Open 2022, si ritira Serena Williams 

Doveva spaccare, ha spaccato. Tutto. Serena Williams è una promessa più che mantenuta, un ciclone che si preannunciava quando ancora nessuno l’aveva mai vista, a fine anni ’90, e che ha seminato vittorie su vittorie in oltre venti anni di carriera. 

Ma la sua grandezza non è limitata al peso della sua bacheca, quanto all’interesse che ha saputo suscitare intorno a sé e al suo mondo grazie alla sua strabordante personalità.

I primi trionfi e le sfide con la sorella Venus

Quando sua sorella maggiore Venus, nel 1997, raggiunse la finale degli US Open e le prime posizioni della classifica mondiale del tennis femminile, suo padre Richard Williams avvisò tutti che la piccola di casa sarebbe stata un fenomeno ancora più devastante. 

All’alba del nuovo millennio, le due Williams mieterono successi a ripetizione, monopolizzando i tornei dello Slam e affermandosi come protagoniste di una delle storie più significative del mondo dello sport. 

La loro è stata una storia di riscatto, la realizzazione del desiderio di papà Richard di affermarsi in uno sport tradizionalmente riservato ai bianchi, ai popoli ricchi dei Paesi colonizzatori. 

Col tempo, Serena prenderà il sopravvento sulla sorella sul piano sportivo, senza però mai permettere che la loro rivalità potesse intaccare il legame familiare, neanche quando le due si sono incontrate in finale nei tornei dello Slam (è successo ben nove volte); nell’ambiente si fece largo persino il sospetto bonario che le due si spartissero in accordo le vittorie nel singolo, mentre intanto facevano incetta di titoli nel doppio.

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I record di Serena Williams e la sua eredità

Serena è una promessa mantenuta: 23 Slam conquistati, uno in più di Steffi Graf, solo uno in meno di Margaret Smith Court, dominatrice degli anni ’60, e oltre 300 settimane al numero uno del ranking mondiale.  

Ha avuto una longevità sportiva eccezionale: dopo il boom iniziale, ha trascorso alcuni anni raccogliendo meno di quanto ci si aspettasse, per via di infortuni e distrazioni mondane, dovute al suo essere diventata un fenomeno di costume, prima ancora che una campionessa; poi ha ricominciato a macinare successi, vivendo la piena maturità agonistica a trent’anni compiuti, quando ha abbondantemente arrotondato il conto dei suoi trofei. 

Dotata di una potenza eccezionale da fondo campo, verrà ricordata anche per il suo carattere forte, spesso aggressivo, che a volte gli è costato penalità e squalifiche, e per le sue dichiarazioni mai banali, ma soprattutto per aver segnato una strada e aver regalato a milioni di bambine la possibilità di sognare in grande, anche quando sembra impossibile

Tutto questo, nel bene e nel male, ci sembra condensato in un suo vecchio tweet, quando, dopo aver sorprendentemente perso agli Australian Open del 2013 da una tennista afroamericana più giovane di lei di dodici anni, minimizzò l’accaduto con tre parole: “I made you”, ti ho creata io.

Marco Sicolo – Bgame News