Storia del calcio di rigore, ecco chi lo inventò

calcio di rigore

Verso la fine dell’800, un portiere irlandese decise che era ora di smetterla con le legnate agli stinchi degli attaccanti. William McCrum, l’inventore del calcio di rigore

Il calcio, anzi il football, era nato come uno sport per gentiluomini. Per questo, quando William McCrum ebbe l’ardire di proporre una regola che punisse i difensori che commettevano fallo sugli attaccanti, ricevette per tutta risposta un sorrisino di sufficienza, anche un po’ scandalizzato, perché no: non poteva essere vero che in uno sport nato all’insegna del fair play vi fosse spazio per comportamenti meritevoli di simile sanzione.

A McCrum, rampollo di una ricca famiglia del villaggio irlandese di Milford, nonché portiere della locale squadra di calcio, l’idea era venuta per contrastare la malsana abitudine dei suoi stessi compagni di squadra, abituati a elargire legnate sempre più sonore agli attaccanti avversari, man mano che questi si avvicinavano alla porta da lui difesa.

In fondo, gli sembrava un modo per rendere più giusta la tenzone, e risolvere la questione faccia a faccia con il centravanti opposto.

Chi era William McCrum, l’inventore del calcio di rigore

Nelle partite locali giocate dalla sua squadra, tra lande sconfinate e terreni fangosi, McCrum la spuntò, e in molti campetti dell’Irlanda e della Scozia – siamo intorno al 1890 – si cominciò ad adottare il penalty kick, una calcio di punizione da tirare contro il solo portiere da una distanza di 12 yards dalla linea di porta. Circa undici metri, esatto.

Certo, non c’era ancora il dischetto e il portiere poteva fare qualche passo in avanti prima del tiro; ma, insomma, si trattava grossomodo del calcio di rigore, così come lo conosciamo ancora oggi.

E l’Inghilterra? Cosa fece cambiare idea, ai depositari del regolamento ufficiale del gioco, che avevano accolto quasi indignati l’idea di McCrum?

Beh, a tacere dei gravi infortuni che si moltiplicavano ormai su tutti i campi, un giorno successe che l’attaccante dello Stoke City, nel finale della partita contro il Notts County, scoccò a colpo sicuro il tiro che sarebbe valso il pareggio per la sua squadra.

Ma un difensore della squadra ospite, a cui evidentemente non era stato detto che si trattasse di uno sport per gentiluomini, pensò bene di bloccare la palla con la mano, prima che la stessa superasse la linea di porta. Ai padroni di casa  fu accordato un semplice calcio di punizione, e la palla fu facilmente respinta dalla barriera.

La cosa parve palesemente ingiusta a tutti e, in men che non si dica, il 2 giugno del 1891 la regola del calcio di rigore era già entrata nel regolamento ufficiale del gioco del calcio.

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La storia del calcio di rigore, oltre cento anni di emozioni

Da allora ne sono successe di cose, dal dischetto.

Da lì, Giuseppe Meazza avrebbe segnato al Brasile un gol tenendosi i pantaloncini con una mano, perché si era rotto l’elastico. E sempre da lì, Joan Cruyff avrebbe stupito il mondo nel 1982, passando la palla a un compagno anziché tirare in porta, ricordando a tutti che sul rigore non è obbligatorio provare a segnare: basta calciare in avanti.

E sempre da lì avremmo visto il tiro di Baggio sorvolare la traversa ai Mondiali del ’94 e quello di Fabio Grosso infilarsi in rete nel 2006, il cucchiaio di Totti nel 2000 e la parata di Donnarumma agli Europei del 2021.

Insomma, il caro signor McCrum, o Master Willie, com’era conosciuto nel suo villaggio, laggiù in Irlanda, ebbe un’idea veramente magnifica, esaltante o mortificante, a seconda dell’esito. Ma in ogni caso, emozionante come niente altro nel calcio.

Marco Sicolo – Bgame News