Tambay e quella vittoria “soprannaturale” a Imola

Tambay e quella vittoria “soprannaturale” a Imola

L’amicizia con Villeneuve, l’esperienza in Ferrari e le emozioni di quel particolare trionfo a San Marino: ricordo di Patrick Tambay, scomparso ieri a 73 anni

La Formula 1 in cui si è mosso Patrick Tambay, scomparso ieri a Parigi a 73 anni, potrebbe a buon diritto definirsi eroica, come si usa dire per le esperienze sportive pioneristiche, perché si trattava di un mondo motoristico davvero spericolato, dove era ancora sin troppo facile morire.

Come successe a Gilles Villeneuve, suo grande amico, cui lo legava non solo il fatto di averlo sostituito in Ferrari, ma un vero e proprio filo invisibile, che a tutti però parve di vedere, nitidamente, il giorno del Gran Premio di San Marino, a Imola, nel 1983.

Patrick Tambay e l’amicizia fraterna con Gilles Villeneuve

Tambay e Villeneuve si conoscono sui circuiti americani della Formula Atlantic, dove il giovane canadese, nel 1976, sorprende tutti, prevalendo sui più esperti piloti europei.

Il circus della Formula Uno si accorge di entrambi, e quando Gilles viene ingaggiato in prova dalla McLaren, è proprio Tambay a offrirgli ospitalità tra Francia e Svizzera, cementando un’amicizia anche tra le loro famiglie.

Villeneuve, come noto, farà subito il grande salto, conquistando il volante della Ferrari n. 27, su cui darà spettacolo, entrando subito nel cuore dei tifosi con il suo stile temerario.

Corre l’anno 1982, quando il canadese litiga, proprio ad Imola, con il compagno di squadra Pironi, reo di avergli soffiato la vittoria nonostante gli ordini di scuderia.

Quindici giorni dopo, ancora amareggiato da quella vicenda, Villeneuve è coinvolto nel fatale incidente di Zolder, in Belgio, in cui perde la vita. Il mondo Ferrari è sconvolto, e pensa proprio a Tambay per sostituire lo sfortunato beniamino per il resto della stagione.

L’esperienza in Ferrari e la vittoria a Imola ’83 per l’amico Gilles

Tambay, carattere tranquillo, sembra mandato a Maranello proprio per lenire i dolori di un’annata funesta. In Germania, anche Pironi è coinvolto in un serio incidente, che mette fine alla sua carriera. Proprio in quel Gran Premio, Tambay trova la sua prima vittoria, offrendo almeno un pallido sorriso alla scuderia.

Ma è nel Gran Premio di Imola dell’anno successivo che si materializza il momento più significativo della sua esperienza in Ferrari.

Imola, già; esattamente un anno dopo quella maledetta lite tra Gilles e Pironi. Nel cuore dei tifosi della Rossa è ancora più che vivo il ricordo e l’amore per il funambolo canadese, e quando Tambay conquista la terza posizione sulla griglia di partenza – la stessa da cui partì Villeneuve dodici mesi prima – , gli fanno trovare disegnata sull’asfalto, vicino alla sua linea di stallo, una bandiera del Canada.

Uno striscione sugli spalti recita “Patrick, vendica Gilles”. Lui, che nel frattempo si sta prendendo cura di Jacques, figlio dell’amico scomparso e futuro campione del mondo di Formula 1 (nel 1997), scoppia in lacrime dietro la visiera, pensando persino di non riuscire a partire.

Ma il desiderio di competere per sé, per i tifosi, per Gilles, è più forte di ogni cosa. Parte, Patrick, e si mette dietro tutti, la Renault di Prost, la Brabham di Piquet, l’altra Ferrari di Arnoux.

A un certo punto, però, la sua Ferrari manifesta problemi di pescaggio del carburante, il motore perde giri, gli avversari recuperano terreno. E lui si lascia andare. “Cominciai a pensare: ecco, ci siamo”, racconterà tempo dopo, “Di nuovo un problema al motore, un altro Gran Premio che sfuma per colpa dei meccanici. Mi stavo abbandonando ai miei pensieri negativi”.

E poi? “E poi a un certo punto”, aggiunge Tambay, “Slap! Sento un rumore sul casco, come se mi avesse urtato un uccello o se qualcuno mi avesse dato uno schiaffo. Fu come una sveglia, per me, in quel momento”.

Patrick riparte, più forte di prima, più forte dei problemi della sua Ferrari. Si mette all’inseguimento della Brabham di Riccardo Patrese, che nel frattempo lo aveva superato, e quando questi, a poche curve dal termine, esce fuori pista, sembra davvero il compimento di un volere più alto.

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Tambay trionfa a braccia alzate, passando proprio vicino alla bandiera canadese, tra il delirio dei tifosi, che impazziscono di gioia nel vedere una Ferrari n. 27 tagliare il traguardo per prima.

La benzina finisce per davvero, dopo l’arrivo, e la marea rossa si avvicina alla vettura del pilota, portandolo letteralmente in trionfo sul tracciato.

“Guardai il mio casco, una volta finita la gara. Non c’era sopra alcun segno di urto. Forse davvero, un amico da lassù si è fatto sentire per portarmi alla vittoria”.

Marco Sicolo – Bgame News