Tennis: Carlos Alcaraz entra nella storia con il suo primo trofeo Wimbledon

Un duello all’ultimo sangue quello tra Carlos Alcaraz e Novak Djokovic che vede trionfare lo Spagnolo al 5° set

Una finale epica, una vittoria magnifica che consacra definitivamente Carlos Alcaraz come il numero uno del mondo e giocatore cui non manca nulla – gioco, personalità, tenuta mentale – contro il miglior Novak Djokovic: il serbo si è dovuto arrendere al quinto set, per 1-6, 7-6, 6-1, 3-6, 6-4 in 4 ore e 42 minuti di delizia per il centrale pieno come un uovo. Per Nole non è una sconfitta come le altre, sarebbe stato il suo ottavo titolo qui e il 24° Slam ma soprattutto si infrange il sogno del Grande Slam, dopo i successi in Australia e a Parigi. Per Carlos è il trionfo nel torneo più prestigioso del mondo a 20 anni, è la dimostrazione che anche sull’erba fa quel che vuole come sulle altre superfici, è la consapevolezza compiuta del suo primato.

L’andamento della partita

Il match in realtà è iniziato alla fine del primo set, perché per 29 minuti Alcaraz è l’ombra di sé stesso: contratto, falloso, preda di una tensione che non gli fa esprimere il suo gioco mentre Djokovic macina punti. È 6-1 in men che non si dica. Nel secondo set la musica cambia, lo spagnolo si libera delle sue paure, “breakka” subito l’avversario portandosi sul 2-0, subisce il controbreak (2-1) ma progressivamente torna a essere il tennista che conosciamo: gioco aggressivo, improvvise palle corte, a rete quando possibile, grande difesa. Djokovic “fa Djokovic” finché sul 6 pari il serbo mostra una fragilità non da lui, che gli costa carissimo: spreca nel tiebreak, con un errore gratuito di rovescio, un set point quando conduceva 6-5, sul 6 pari sbaglia ancora di rovescio offrendo il set point all’avversario ma con la battuta a propria disposizione: un improvvido serve & volley apre il campo alla risposta dello spagnolo che conquista il set con il centrale in visibilio.

La partita ormai è aperta, i due si affrontano alle pari. Nel terzo set la chiave di volta è un game, quello del 4-1 con cui Alcaraz strappa il servizio a Djokovic (dopo averlo già fatto in apertura di set): dura 26 minuti, quasi quanto l’intero primo parziale, con il serbo che si arrende alla settima palla break alla fine di un’alternanza logorante. I game del 5-1 e 6-1 sono rapidi, Djokovic risparmia energie per il quarto set che lo potrebbe tenere in vita. Salva due palle break al primo gioco, poi approfitta di un calo di Alcaraz che si fa strappare il servizio sul 2 pari e, quando va a servire per rimanere nel set sul 3-5, fa due doppi falli: si apre così la scena del quinto decisivo parziale. Non basta a Nole salvare un break point game nel primo gioco. Imperdonabile l’errore che lo avrebbe portato sul 2-0, uno schiaffo di dritto in rete su una palla lenta che l’avversario – in una difesa estrema – gli fa arrivare quasi dalla tribuna. Sarebbe stato break e 2-0 per lui. Alcaraz lo punirà subito dopo, sull’1 pari, strappandogli il servizio con un rovescio lungolinea che fa esplodere il centrale.

Per la rabbia il serbo distrugge la racchetta schiantandola sul palo della rete. Non riuscirà più a recuperare quel break e Carlos diventerà il campione di Wimbledon sfruttando il primo match point utile. La gioia e l’emozione del ventenne, incontenibili, sono le stesse del coach Ferrero, in lacrime, e di tutto il suo angolo. Dal Royal box la principessa Kate in verde applaude accanto a Chris Evert. «È un sogno che si avvera, non mi sarei mai aspettato di arrivare a questi livelli sull’erba così presto», ha detto Alcaraz, che l’anno scorso perse qui con Sinner agli ottavi. «Ma Novak resta una leggenda del nostro sport, mi ha ispirato a iniziare a giocare, quando ero ancora bambino vedevo i suoi match in tv».

Riconoscimento editoriale: Foto Getty Images
Alessandro Rizzuto – Bgame News