Gol e imprese di uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio, bandiera della Germania e dell’Amburgo. I quattro mondiali di Uwe Seeler
Se n’è andato nei giorni scorsi, nei pressi della sua Amburgo, Uwe Seeler, uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio. Quattro mondiali disputati, ma nessuno vinto: la sua carriera in Nazionale cominciò proprio all’indomani del primo trionfo iridato della Germania sull’Ungheria nel ’54 e si concluse appena prima del bis tedesco, nell’edizione casalinga del 1974.
In mezzo, i quattro mondiali disputati da Seeler, che comunque hanno contribuito in maniera decisiva al blasone della Mannschaft, la Nazionale tedesca, con l’apice della controversa finale di Wembley del ’66.
Quattro mondiali, gli stessi disputati da Pelé, a cui rubò d’un soffio un record, nel 1970 in Messico. Al 56° minuto della prima partita del girone contro il Marocco, a León, Seeler diventò il primo giocatore a segnare in quattro diversi Mondiali. Appena tre minuti dopo, in una partita che si giocava in contemporanea a Guadalajara, anche Pelé avrebbe segnato alla Cecoslovacchia uno dei gol che avrebbe spianato la strada verso il terzo mondiale a lui e al suo Brasile. In tempi più recenti, anche il tedesco Klose e il portoghese Ronaldo avrebbero eguagliato questa impresa.
Seeler, il grande attaccante della Germania ai Mondiali
Uwe Seeler era figlio d’arte: suo padre giocò nell’Amburgo prima di lui e lo fece entrare nelle giovanili della squadra a soli dieci anni. A sedici l’esordio vero e proprio, in quella che rimarrà la sua unica squadra per l’intera carriera, fino al 1972.
Con l’Amburgo segna tonnellate di gol (404 in 476 partite), vincendo più volte la classifica dei cannonieri in Bundesliga, ma soprattutto portando la sua squadra alla vittoria del campionato nel 1960, siglando il gol della vittoria a due minuti dal termine della finale contro il Colonia.
Sua è anche la tripletta che demolisce il Borussia Dortmund nel 1963, nella finale di Coppa di Germania.
Intanto Uwe si è fatto un nome anche in Nazionale, disputando i Mondiali del 1958 e del 1962, in cui va a segno 4 volte in totale, grazie al suo fisico possente e alle ottime doti atletiche, per quanto la sua silhouette appaia spesso leggermente oltre il peso forma: un vero panzer, insomma, un carro armato da area di rigore.
La finale contro l’Inghilterra e i mondiali in Messico
Il meglio, per Seeler, deve ancora venire. Un infortunio al tendine d’Achille non lo ferma e lui torna in Nazionale, guadagnandosi i gradi di capitano e trascinando con altri due gol la sua squadra fino alla finale dei Mondiali di Inghilterra 1966.
Si gioca a Londra, davanti alla regina, contro i padroni di casa, e quando un tiro di Geoff Hurst, attaccante inglese, colpisce la parte bassa della traversa, il guardalinee sovietico Bakhramov è l’unico, tra le oltre 96.000 persone presenti allo stadio, a vedere la palla rimbalzare oltre la linea di porta.
Il titolo va all’Inghilterra tra mille polemiche, ma è proprio Seeler, il capitano, a convincere i suoi compagni a effettuare comunque il giro d’onore a fine partita.
I tedeschi ci riprovano quattro anni dopo in Messico, ma anche qui li attende la Storia. La Germania consuma la sua vendetta ai quarti, superando l’Inghilterra grazie anche a un astuto gol di nuca di Seeler, il nono ed ultimo nella sua carriera mondiale.
In semifinale c’è l’Italia, che vincerà quella che ancora oggi viene ricordata come la partita del secolo. Fu di Seeler l’assist di testa per il momentaneo pareggio di Muller, quel gol del 3-3 che lasciò Rivera immobile, abbracciato al palo, prima che lo stesso, appena un minuto dopo, si fiondasse a fissare il punteggio finale sul 4-3 per gli azzurri.
Chi era Uwe Seeler, una carriera nell’Amburgo e in Nazionale
Seeler è ancora oggi ricordato come uno dei più grandi cannonieri della storia, incredibilmente prolifico in patria, in Nazionale e nelle coppe europee. Come tutti i campioni che scelgono di trascorrere l’intera carriera con un’unica maglia (rifiutò una sontuosa offerta dell’Inter nei primi anni ’60, senza mai avere rimpianti), si è anche guadagnato il rispetto e l’ammirazione di tutti i tifosi avversari.
Davanti allo stadio della sua squadra c’è un enorme statua in bronzo, con la forma del suo piede destro. Sul suo sito ufficiale, l’Amburgo lo ha ricordato così: “Quando Uwe Seeler si allaccia le scarpe, il portiere avversario farebbe bene a vestirsi imbottito e a indossare un secondo paio di guanti, perché Seeler tirerà da qualsiasi posizione, e segnerà in qualunque maniera possibile”.
Marco Sicolo – Bgame News