Vanessa Ferrari, parole dure come sassi

Vanessa Ferrari, parole dure come sassi

Con un comunicato pubblicato su Instagram, l’ex campionessa del mondo interviene sullo scandalo che sta travolgendo la ginnastica italiana. Le parole di Vanessa Ferrari

Le parole sono importanti, diceva qualcuno, e quelle usate da Vanessa Ferrari nel suo ultimo post su Instagram sembrano scelte con la massima attenzione.

L’ex campionessa del mondo di ginnastica artistica interviene sul tema dello scandalo che sta travolgendo la ginnastica ritmica italiana e altre discipline, come l’aerobica, e lo fa con un messaggio di una lucidità e di un equilibrio degni della campionessa che è stata.

Parole misurate con precisione chirurgica, e pesanti come macigni.

Vanessa Ferrari e lo scandalo degli abusi nella ginnastica

Orrori”. È questa la prima sassata tirata dalla ginnasta nei confronti del mondo in cui lei stessa è cresciuta. Così la Ferrari definisce i metodi di allenamento e di disciplina adottati in alcune palestre federali, dove, in sostanza, si farebbe terrorismo psicologico sulle atlete riguardo all’alimentazione.

Il peso di un’atleta, ovviamente, è un elemento determinante in simili sport, ma, dopo le denunce di diverse ginnaste arrivate nei giorni scorsi, è ormai evidente come il sistema sia andato oltre il limite del buon senso. “Come tanti altri”, confessa Vanessa, “ho vissuto sulla mia pelle i problemi alimentari e all’età di 19 anni mi mandarono in una clinica a Verona e grazie al supporto di esperti e dopo un paio di anni di percorso sono riuscita a guarire”.

Guarire”, ecco un’altra parola chiave del suo messaggio: in palestra ci si ammala. Per lo sport, ci si ammala: una contraddizione in termini, la dimostrazione che c’è qualcosa che non va.

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C’è confine tra severità e cattiveria: Vanessa Ferrari sullo scandalo ginnastica

Pulito”: per l’ex campionessa, la ginnastica, come è adesso, non è uno sport che si può definire in questo modo. “Spero che finalmente si possa intervenire definitivamente, affinché la ginnastica, lo sport che amiamo, senza distinzione di sezioni o di livello sia pulito”. Una presa di posizione che elimina in radice qualsiasi equivoco; che rende il suo punto di vista definitivo, come una sentenza, più di una sentenza, perché si tratta di un mondo che lei ha visto da dentro, sin da quando era bambina.

E ancora: “Cattiveria”. Una parola che definisce una sensazione, che solo chi è cresciuta sul tappeto di una palestra può aver percepito, e che a noi aiuta a immaginare cosa possa provare una ginnasta bambina o adolescente che si lascia guidare da allenatori di cui si fida. Esiste un confine, avverte Vanessa, ed è quello che è stato evidentemente oltrepassato: “un confine netto tra severità in ottica di disciplina e cattiveria”.

Fin qui la condanna.

Poi, la conclusione del suo messaggio, che è un atto di amore verso il suo sport e un indirizzo per chi ne fa parte, parole che quasi danno al suo intervento la dignità di un’enciclica: “Concludo invitando a non demonizzare la ginnastica: non è prendendo le distanze da un ambiente che le cose cambiano, perché la ginnastica è un mondo magnifico benché complesso; quindi, non rendiamolo ancora più difficile, sta a noi il compito di proteggerlo”. Perfetta, proprio com’era in pedana.

Marco Sicolo – Bgame News